90 MILIARDI DI STERLINE IL COSTO DEL NO-DEAL?

Hammond, Ministro delle Finanze in carica, sostiene che il no-deal Brexit costerebbe 90 miliardi di sterline e Boris Johnson risponde dicendo che sia "ampiamente esagerato”.

Boris Johnson, il favorito nella corsa per la leadership dei Tory, ha affermato che quanto detto sull'impatto di un no-deal Brexit sia stato "esagerato".  Il suo commento in risposta al cancelliere, Philip Hammond, il quale afferma difronte ai parlamentari che una Brexit senza accordo costerebbe al Ministero del Tesoro ben 90 miliardi di sterline nei prossimi 15 anni. La proiezione sostenuta da Hammond proviene dalla tabella, riportata in basso, della valutazione del Ministero del Tesoro sull’impatto economico della Brexit, pubblicata lo scorso anno.

Hammond ha segnalato che sarebbe pronto a votare contro una Brexit senza accordo in Parlamento, dato il costo per il Paese. Lasciare l'UE senza un accordo sarebbe una politica "sbagliata" e causerebbe un enorme "colpo" alle finanze pubbliche, ha detto ai parlamentari.

Il prossimo primo ministro dovrà quindi fare i conti con una "squadra Gaukward" rinvigorita, tra cui David Gauke e Philip Hammond, che sono determinati a bloccare una Brexit senza accordo se vengono mandati nei backbench.

Il cancelliere è stato critico da lungo termine riguardo il no-deal, rendendolo un po' uno spauracchio tra i Brexiteers all'interno del suo stesso partito. Hammond ha insistito sul fatto che "non ci sono soldi" per spese extra o tagli alle tasse e, in caso di no-deal, tutto il "margine" di 26 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche, accantonato in bilancio per la Brexit, verrebbe assorbito con lo sconvolgimento economico.

Lo stesso afferma che: "Non ho alcun dubbio sul fatto che in un'uscita senza un accordo avremo bisogno di tutto quel denaro, e altro ancora, per rispondere agli impatti immediati dello sconvolgimento di un'uscita senza accordo", e continua "E ciò significa che non ci sono soldi disponibili per tagli alle tasse o aumenti di spesa", "l'analisi del governo suggerisce che in una dirompente uscita senza accordo ci sarà un colpo all'Erario di circa 90 miliardi di sterline, che dovrà anche essere preso in considerazione per le future decisioni in materia fiscale e di spesa".


Alcune possibili eventualita’ in caso di mancato accordo:

- Le tariffe - imposte sulle importazioni - sono probabilmente applicate alla maggior parte delle merci del Regno Unito esportate nel continente, rendendole meno competitive e aumentando i costi per le imprese.

- Gli esportatori britannici potrebbero anche far fronte a ostacoli non tariffari, come dichiarazioni doganali supplementari, controlli sulle norme di origine e ispezioni sanitarie.

- I controlli alle frontiere potrebbero causare strozzature nei porti britannici, come Dover. Ciò potrebbe potenzialmente portare all'interruzione di alimentari e forniture mediche, sebbene il servizio sanitario nazionale e i rivenditori stiano accumulando riserve.

- I prezzi di alcuni prodotti alimentari potrebbero aumentare a meno che il Regno Unito scelga di applicare tariffe zero sulle importazioni alimentari dell'UE.

- Il settore dei servizi perderebbe il suo accesso garantito al mercato unico dell'UE, influenzando tutto, dal settore bancario e assicurativo, agli avvocati, ai musicisti e ai cuochi.

- Le tariffe di roaming dei telefoni cellulari potrebbero tornare, anche se alcuni operatori l'hanno già escluso.

    

Fonti: The Guardian, BBC News