BRACCIO DI FERRO TRA UE E REGNO UNITO

I negoziati sono ripresi, ma il Regno Unito e l'Unione europea continuano a presentare disaccordi fondamentali sulle loro relazioni future; uno di questi riguarda la sovranità. Boris Johnson insiste sul fatto che la Gran Bretagna debba essere considerata come uno stato indipendente con i propri diritti e secondo il ministro del governo britannico Michael Gove, Bruxelles sta chiedendo di più al Regno Unito di quanto non faccia nei confronti di altri paesi indipendenti in accordi commerciali simili.

I funzionari britannici sollecitano Bruxelles a rinegoziare, dando terreno su tre aree chiave, in vista del vertice di giugno, altrimenti si potrebbe correre il rischio di un'interruzione dei colloqui con una conseguente spaccatura acuta. Le tre aree a cui si fa riferimento, comprendono: la pesca, per la quale la Gran Bretagna vuole il pieno controllo delle sue acque costiere, come la Norvegia. Il primo ministro ha inoltre indicato che la Gran Bretagna non può accettare restrizioni dell'UE su questioni quali la legislazione ambientale, gli aiuti di Stato e le leggi sul lavoro, note come "condizioni di parità". Il terzo punto riguarda la questione della supervisione dell’accordo finale, per il quale Downing Street ha il timore che un unico trattato onnicomprensivo conferirà alla Corte di giustizia europea un ruolo nel far rispettare l'accordo.

I due cicli di colloqui tenuti finora hanno messo in luce fondamentali disaccordi sulla struttura e sulla portata della partnership. Altri due round di colloqui sono previsti prima del vertice di giugno e con la Gran Bretagna determinata a non estendere il periodo di transizione, restano solo otto mesi per negoziare e ratificare qualsiasi accordo. Il mancato rispetto della scadenza equivarrebbe a una Brexit senza accordi commerciali, completa di tariffe. Dall’altro lato, Bruxelles avverte che il destino dei colloqui è strettamente legato all'attuazione del trattato Brexit concordato tra le parti lo scorso anno, il quale ha aperto la strada alla Gran Bretagna per lasciare formalmente il blocco il 31 gennaio.

Fonte: The Financial Times