BUDGET 2020 e TAGLIO AL TASSO D’INTERESSE

Nella giornata di ieri, Sunak, nuovo cancelliere, dopo le dimissioni di Sajid Javid, ha enunciato il primo Budget 2020. In questo è presente un aumento della spesa di emergenza di 30 miliardi di sterline, in previsione al Covid-19, insieme ad un fondo di emergenza da 5 miliardi di sterline immediatamente disponibile per i servizi pubblici. Non è stato menzionato alcun aiuto per le imprese che si trovano ad affrontare lo sconvolgimento della Brexit. L'Ufficio per la responsabilità di bilancio ha rilevato che la Brexit ha già avuto i suoi effetti, riducendo la produzione potenziale del 2%  (circa 40 miliardi di sterline) e ha bloccato parte degli investimenti delle imprese. Le proiezioni di crescita per il 2020 sono state ridotte all'1,1%. In ogni caso, tali previsioni necessiteranno di ulteriori revisioni per tenere conto di un rallentamento indotto da virus.

Nel frattempo, la Banca d'Inghilterra ha fatto un taglio d'emergenza ai tassi di interesse e ha incentivato le banche a prestare di più con misure, tempestive e potenti, volte a contrastare lo shock dell'epidemia di coronavirus sull'economia del Regno Unito. Il comitato di politica monetaria ha convenuto all'unanimità di ridurre il tasso bancario principale di mezzo punto percentuale allo 0,25% in una riunione speciale che si è conclusa nella giornata di ieri. La BoE ha affermato che potenzialmente più importante della riduzione dei tassi è stata la sua decisione di offrire alle banche quattro anni di finanziamenti a basso costo in modo che possano continuare a prestare durante la crisi. La sterlina è scesa dopo la decisione, mentre le azioni britanniche hanno guadagnato molto dalla decisione. La BoE ha dichiarato però un deterioramento della propensione al rischio e delle prospettive di crescita del Regno Unito oltre al fatto che gli indicatori di incertezza dei mercati finanziari hanno raggiunto livelli altissimi. Gli aumenti proposti dal cancelliere nella spesa pubblica quotidiana e nei progetti infrastrutturali nei prossimi cinque anni saranno finanziati principalmente da prestiti, mettendo a repentaglio la capacità del governo di rispettare le regole fiscali stabilite solo quattro mesi fa.

Naturalmente si auspica ad un accordo commerciale sulla Brexit, poichè le due parti hanno troppo da perdere a causa del fallimento: il primo ministro britannico si sottometterà a Bruxelles mentre l'UE si piegherà quanto basta. Johnson ha una maggioranza ampia e stabile in parlamento ed il suo partito è unito nel voler lasciare il blocco. Le due parti hanno discusso del cosiddetto "allineamento dinamico" della politica di concorrenza, delle norme sul lavoro, delle regole climatiche e di altri regimi normativi. La parte UE ha presentato un prospetto per un accordo globale, che va ben oltre i flussi commerciali e di investimento verso la cooperazione giudiziaria, i cambiamenti climatici, la regolamentazione di medicinali, prodotti chimici, trasferimenti di dati e simili e la collaborazione estera e di difesa. Tuttavia, l'obiettivo irriducibile del governo britannico è che la Gran Bretagna recuperi completamente la sua indipendenza economica e politica. Nulla nelle relazioni future può interferire in minima misura con la sovranità del paese.

Il governo britannico afferma quindi di voler negoziare accordi bilaterali ma solo alle proprie condizioni. L'Unione deve accettare di escludere qualsiasi obbligo di allineamento delle leggi UK con quelle dell'UE o delle istituzioni dell'UE. Johnson accetterà un accordo sulla pesca che consentirà l'accesso alle acque territoriali britanniche, ma a patto che sia rinnovato annualmente. Per quanto riguarda la richiesta della Gran Bretagna di un regime senza tariffe e senza quote per gli scambi di merci e prodotti agricoli, l'UE non dovrebbe aspettarsi nulla in cambio.  Il governo britannico, al momento, rifiuta di pubblicare la sua valutazione dell'impatto economico della sua posizione. Michael Gove, il ministro incaricato delle negoziazioni, afferma che una simile analisi potrebbe essere fraintesa.

Fonte: The Financial Times & Bloomberg