I COLLOQUI FACCIA A FACCIA DELLA BREXIT SONO STATI ANNULLATI

La seconda serie di negoziati commerciali, previsti per la prossima settimana, non avrà luogo a Londra, poiché Regno Unito e UE in seguito alle crescenti restrizioni ai viaggi derivanti dalla pandemia di coronavirus, stanno esplorando metodi alternativi per portare avanti i colloqui. In una dichiarazione congiunta di ieri, Londra e Bruxelles hanno affermato che i negoziati faccia a faccia non si sarebbero svolti come previsto, dati gli ultimi sviluppi. I negoziatori hanno affermato che stanno attualmente esplorando metodi alternativi, incluso se possibile l'uso di videoconferenze. Tuttavia i funzionari UE hanno sottolineato che alternative come la videoconferenza, seppur utili e necessarie, potranno sostituire solo parzialmente i colloqui faccia a faccia, vista la necessità di ambo le parti di lavorare insieme sul testo legale.

Ciononostante, Bruxelles vede le discussioni della prossima settimana come un'opportunità per approfondire alcuni dei punti critici messi a nudo dal primo ciclo di negoziati. Oltre alle controversie sull'allineamento normativo e sulla pesca, i colloqui hanno anche rivelato che il Regno Unito sta cercando una cooperazione in materia di asilo, un'area al di fuori del mandato negoziale dell'UE. Entrambe le parti si sono inoltre scontrate sulla futura cooperazione in materia di sicurezza, con Bruxelles che ha avvertito che il rifiuto totale da parte del Regno Unito della Corte di giustizia europea renderà molto più difficile condividere informazioni sensibili. Regno Unito e UE intendono presentare progetti legali delle loro relazioni future nei prossimi giorni. Il Regno Unito sembra riluttante nel voler rimandare i colloqui causa virus, consapevole che questo potrebbe portare alla richiesta di una proroga all'accordo di transizione. L’UE, a tale proposito, spera ancora che Johnson richieda un ritardo, anche se lui stesso ha ripetutamente escluso questa possibilità.Michel Barnier, principale negoziatore della Brexit dell'UE, è determinato a non annullare i negoziati, ed è aperto ad un incontro ridotto con il suo omologo David Frost.

Per quanto riguarda il discordo inaugurale sul Budget di mercoledì, la più grande decisione di politica economica e estera del Regno Unito, ossia la Brexit, è stata appena menzionata dal cancelliere Rishi Sunak. L'industria britannica ha accolto con favore il pacchetto di incentivi da £30 miliardi per combattere l'impatto del coronavirus, ma ha avvertito che è necessario fare di più per aiutare le aziende a prepararsi all’uscita dall'Unione. L'Ufficio indipendente per la responsabilità di bilancio non ha ignorato la Brexit e nelle sue prospettive economiche e fiscali per il Regno Unito, pubblicato in coincidenza con il bilancio, ha identificato il possibile danno economico che potrebbe scaturirne.

L'OBR ha affermato che la potenziale produttività nell'arco di 15 anni sarà inferiore di circa il 4% principalmente a causa dei costi aggiuntivi derivanti da maggiori barriere commerciali e maggiori ostacoli allo sfruttamento del vantaggio comparativo. In secondo luogo, ha affermato che gli effetti del nuovo sistema di immigrazione basato sui punti, che ridurrà il flusso di lavoratori UE a basso reddito e poco qualificati, porterebbe a un ulteriore calo della produttività dell'1,2%.  Quindi, in totale, l'effetto Brexit porterebbe ad un calo del 5,2% dell'economia del Regno Unito. Per quanto riguarda le esportazioni e le importazioni, l’OBR afferma che da Novembre 2016, import ed export sarebbero inferiori di circa il 15% dopo 10 anni. Queste previsioni potrebbero spiegare il motivo per cui il governo di Johnson non voglia pubblicare la sua valutazione sull'impatto economico derivante dal futuro accordo commerciale.

 

Fonte: The Financial Times & Bloomberg