I COLLOQUI SULLA BREXIT VACILLANO: AUMENTA LA PRESSIONE SU JOHNSON IN VISTA DEL VERTICE POLITICO

L'ultima serie di colloqui, che si concluderà oggi, sembra aver fatto pochi progressi, aumentando la pressione su Boris Johnson e i leader dell'UE per cercare di trovare una via d'uscita quando si incontreranno alla fine di questo mese. Infatti, dopo tre giorni di colloqui questa settimana, i funzionari dell'UE e del Regno Unito hanno affermato che le due parti rimangono distanti su temi chiave.  Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi in settori come la cooperazione in materia di sicurezza, non è stata raggiunta alcuna svolta in merito alle richieste dell'UE che la Gran Bretagna si iscriva a una "parità di condizioni" in materia di ambiente, mercato del lavoro e regole di concorrenza in cambio per un ampio accesso al mercato europeo. Sono stati compiuti pochi progressi anche nel settore della pesca, una priorità assoluta per l'UE. Questo round di negoziati ha riguardato tutto, dagli scambi di beni e servizi alla cooperazione delle forze dell'ordine e l'energia nucleare. Il vertice tra Johnson, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio dell'UE Charles Michel, si svolgerà il 19 giugno.

Nel frattempo in Irlanda del Nord si richiede un ritardo di 6 mesi nel piano commerciale Brexit. I leader aziendali hanno chiesto il differimento dei nuovi controlli commerciali in scadenza a gennaio, avvertendo che mancano ancora dettagli cruciali. La richiesta di una pausa dopo la fine della transizione è arrivata quando gli enti commerciali regionali hanno affermato che l'interruzione da coronavirus ha comportato per le imprese una ristretta capacità finanziaria per gestire i nuovi accordi post-Brexit. Il protocollo NI che si applicherebbe, secondo l’accordo di recesso, mira a mantenere l'Irlanda del Nord all'interno del regime commerciale europeo, a mantenere frontiere aperte con la Repubblica irlandese e a proteggere il patto di pace del Venerdì Santo del 1998. Ciò nonostante, saranno necessari nuovi controlli sui beni e sull'agricoltura dalla Gran Bretagna per garantire la conformità alle norme del mercato unico dell'UE, per le quali le e imprese non sono pronte.

 

Fonte: Financial Times & Bloomberg