I PUNTI DI DISCUSSIONE DEI NEGOZIATI AD OGGI

I colloqui sulle relazioni future restano bloccati su due punti principali: diritti di pesca e sussidi statali, senza soluzioni immediate, nonostante Michel Barnier e David Frost si incontrino per ulteriori discussioni questa settimana. Venerdì, durante un briefing interno con i diplomatici dell'UE, Barnier ha affermato che il Regno Unito ha ridimensionato alcune delle sue richieste iniziali, cercando ora quello che equivale ad un accordo di “basso profilo”, ma che tuttavia fornisca ancora accesso senza dazi e quote al mercato UE. Ovviamente, tutto dipenderà dalla volontà di entrambe le parti di compiere scelte e scendere a compromessi in alcuni settori chiave come:

1. Aiuti di Stato e condizioni di parità: l'UE è fermamente convinta di non consentire al Regno Unito "tariffa zero, quota zero" per l'accesso al mercato unico dell'UE a meno che non sottoscriva una serie di principi di "parità di condizioni" che riducano al minimo il rischio che la Gran Bretagna comprometta la regolamentazione ambientale dell'UE, i diritti dei lavoratori e gli aiuti di Stato alle imprese. Bruxelles ha affermato la sua volontà di abbandonare la richiesta, per cui il Regno Unito doveva accettare le future norme dell'UE in materia di aiuti di Stato e il controllo della Corte di giustizia europea, ma in cambio vuole che il Regno Unito sottoscriva una "filosofia condivisa" sulla futura politica delle sovvenzioni. La Gran Bretagna sostiene che un sistema indipendente di risoluzione delle controversie dovrebbe essere sufficiente per dare fiducia alle parti, ma finora ha rifiutato di svelare il nuovo regime di aiuti. Barnier ha poi dichiarato che la parità di condizioni è stata l'argomento più difficile e che colmare il divario su questo tema sarà fondamentale per qualsiasi accordo.

2. Governance dell'accordo: Bruxelles ha costantemente chiesto un partenariato globale, con la capacità di chiedere un risarcimento imponendo sanzioni trasversali. La Gran Bretagna preferisce una serie di accordi separati che non consentono alle trasgressioni in un settore di essere punite con sanzioni in un altro. La scorsa settimana, Frost ha confermato che il Regno Unito era disposto a cercare soluzioni più semplici per supervisionare e far rispettare l’accordo. Tuttavia sembra che la Gran Bretagna voglia ancora accordi autonomi in materia di aviazione, pesca e cooperazione civile-nucleare.

3. Cooperazione giudiziaria penale e condivisione dei dati: Barnier ha confermato che le posizioni stanno convergendo sulla futura cooperazione giudiziaria e di polizia. La Gran Bretagna è già rassegnata per aver perso l'accesso ad alcune banche dati dell'UE sulla lotta alla criminalità, compreso il Sistema d'informazione Schengen (SIS II). Per la condivisione dei dati non di legge, il Regno Unito sta cercando una cosiddetta decisione di adeguatezza da parte della Commissione europea.

4. Trasporto merci: la Gran Bretagna ambisce ad un accordo di facilitazione per rendere più fluidi i flussi del sistema di trasporto “roll-on, roll-off”. Inoltre, sta cercando un accordo che consenta a entrambe le parti di riconoscere i permessi del camion dell'altro.

5. Regole di origine: la Gran Bretagna vuole il cosiddetto "cumulo incrociato" che le consenta di contare gli input industriali (componenti, materie prime o ingredienti) provenienti da paesi extra UE come "britannici" cosi da avere il proprio prodotto "fabbricato nel Regno Unito" e qualificarsi per il libero accesso al mercato unico dell'UE. L'UE afferma che non acconsentirà e le possibili soluzioni potrebbero includere la limitazione di un periodo di cumulo incrociato in cui i contributi provenienti, ad esempio, dai partner commerciali UE (Canada, Giappone o Corea del Sud) potrebbero continuare a contare come britannici per un periodo di adattamento. Un'altra alternativa sarebbe che il Regno Unito aderisse alla convenzione pan-euromediterranea che consente il cumulo con circa 20 paesi, tra cui Turchia e Israele.

6. Riconoscimento reciproco: la Gran Bretagna ha avviato i negoziati in cerca di un riconoscimento reciproco automatico delle qualifiche professionali, nonché i poteri per le organizzazioni di ispezione britanniche di certificare le merci conformi alle norme UE per poter essere esportate sul mercato europeo. L'UE ha preso una linea ferma contro queste richieste, escludendo esplicitamente che la Gran Bretagna possa diventare un "centro di certificazione" dopo aver rinunciato all'adesione all'UE.

7. Servizi finanziari: i negoziati sui servizi finanziari si svolgono al di fuori dei colloqui, poiché Bruxelles ha insistito sul fatto che l'accesso al mercato dipenderà non da un accordo reciproco, ma da una valutazione unilaterale da parte dell'UE se i regolamenti del Regno Unito sono tanto severi quanto i propri.

8. Diritti di pesca: area estremamente sensibile dal punto di vista politico per ambo le parti, anche se la pesca rappresenta meno dell'1% del PIL dell'UE e lo 0,1% del PIL del Regno Unito. L'UE ha avviato i negoziati alla ricerca di un accesso "status quo" continuo per i suoi pescherecci alle acque britanniche. La Gran Bretagna vuole nuove quote significative per i pescatori del Regno Unito. A prescindere, entrambe le parti vedono spazio per un compromesso. Un accordo richiederà all'UE di cedere quote alla Gran Bretagna, ma in modo graduale che dia certezza a medio termine per la flotta dell'UE.

Fonte: The Financial Times