INCERTEZZA PER IL COMMERCIO POST-BREXIT DI DOVER-CALAIS

La Gran Bretagna, fortemente dipendente dal cibo importato, è stata fortunata a non soffrire carenze alimentari durante la crisi da coronavirus. Questo scenario, che avrebbe aggiunto disordine civile, è stato evitato grazie al fatto che le catene di approvvigionamento sono state protette. Le navi mercantili e i camion hanno continuato ad effettuare consegne, anche se i confini erano chiusi alla maggior parte del traffico, le frontiere sono rimaste aperte per il trasporto merci. Il commercio esente da tariffe e senza attriti ha avuto un ruolo vitale nel sopportare questa emergenza e questo è in parte dovuto all'adesione della Gran Bretagna all'Unione Europea. La transizione scadrà a dicembre e se a quel punto non ci saranno accordi commerciali con l'UE, la Gran Bretagna vedrà nel 2021 nuovi dazi che aumenteranno i prezzi sulle importazioni, gravi oneri per gli esportatori e controlli pesanti alle frontiere. Dal 1° gennaio il traffico "roll-on, roll-off", dall'Unione Europea, sarà sottoposto per la prima volta a controlli doganali completi, stimando una gestione di circa 200 milioni di nuove dichiarazioni all'anno. A sei mesi dall'inizio delle nuove regole, non vi è chiarezza sui piani per gestire il traffico di merci. Il modo in cui il governo prevede di gestire la nuova frontiera doganale del Regno Unito rimane infatti poco chiaro poiché non è ancora stato pubblicato un modello operativo di frontiera. Comunque funzioni, il nuovo sistema comporterà un enorme cambiamento, come ha affermato Tim Reardon a capo dell'uscita UE per Dover Port. Attualmente quasi tutte le merci che entrano nel Regno Unito che richiedono controlli doganali sono "non accompagnate": queste infatti sono contenute in scatole e/o container che possono rimanere in banchine e magazzini aeroportuali fino a quando non vengono autorizzate per la consegna successiva. Tuttavia, il Porto di Dover non è un deposito, ma un gateway, ha spiegato Reardon, e per tale motivo, occorre un processo di gestione delle frontiere che mantenga il flusso di traffico.

Nonostante i negoziati sulle future relazioni sembrano in stallo, il progetto di accordo di libero scambio del Regno Unito contiene una sezione sulla facilitazione dei porti "Ro-Ro" con entrambe le parti che riconoscono reciprocamente il regime dei permessi di autotrasporto per consentire il traffico a flusso libero. Ciò che è stato chiarito da Michael Gove, ministro dell'ufficio di gabinetto, è che, accordo o meno, il Regno Unito non adotterà l'approccio laissez-faire dei precedenti piani "no-deal", che hanno dato priorità ai flussi di traffico con procedure doganali semplificate, bensì annuncia che saranno applicati un confine doganale, IVA e regolamentare completo. Dal lato francese, è già in atto un nuovo sistema di confine post-Brexit. Gli importatori e gli esportatori dovranno preparare la documentazione doganale che verrà convertita in un codice a barre che “sposerà” le merci con i trasportatori al punto di check-in per il traghetto o il treno. I camion senza documenti corretti non saranno ammessi a bordo. Per i camion che entrano nel Regno Unito, il sistema non è ancora chiaro. Dati i vincoli di spazio fisico nel porto, l'aspettativa degli operatori è che i controlli saranno condotti nelle zone di ispezione lontane dal porto o nei magazzini in cui arrivano le merci.Tra i potenziali siti in discussione ci sono il parco camion di Ashford e il parco doganale esistente presso i servizi di Stop 24, entrambi lungo l'autostrada M20 da Dover. Inoltre, si è suggerito di costruire ulteriori centri di esami doganali in tutto il paese per evitare congestione di traffico sulla costa meridionale. In definitiva, la più grande preoccupazione espressa da Richard Burnett, amministratore delegato della Road Haulage Association, è che, anche se i controlli vengono allontanati dai porti, tutto il meccanismo funzionerà solo se i documenti di trasporto saranno corretti. Infatti, gli esportatori del Regno Unito dovranno aver esportato correttamente i propri beni per richiedere il rimborso dell'IVA e i loro clienti dell'UE dovranno averli importati correttamente al fine di immetterli sul mercato. La scorsa settimana Burnett, ha scritto nuovamente ai ministri avvertendo che il tempo è troppo poco perché i trasportatori e i loro clienti si possano preparare per il nuovo confine.

 

Fonte: Financial Times & The Guardian