LA BREXIT IN UN LIMBO

Il piano di Johnson, di approvare rapidamente la legislazione di attuazione correlata all’accordo Brexit, attraverso il parlamento, in tempo per la scadenza del 31 ottobre, è stato bloccato. I parlamentari hanno infatti respinto la "mozione di programma” e il passaggio della legge sull'accordo di recesso è stato automaticamente sospeso in seguito alla sconfitta. Il Parlamento ha quindi costretto il primo ministro a sospendere i suoi piani e mettere in pausa la proposta Brexit. Johnson non demorde e sembra pronto a chiedere elezioni generali nel caso in cui l'UE accettasse di ritardare la Brexit fino a gennaio 2020. Sebbene il nuovo piano sia questo, il primo ministro non può operare unilateralmente, ma avrebbe bisogno del sostegno del Parlamento e dell'opposizione.

Egli stesso ha affermato che si rivolgerà ai leader UE, esortandoli a non acconsentire l’estensione, mentre all’opposto, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk ha suggerito di aderire alla richiesta del Regno Unito di un ritardo di tre mesi. Tale richiesta era stata esposta nella lettera scritta dal primo ministro nel fine settimana in conformità con il Benn Act. Si prevede che l'UE ottempererà alla richiesta di proroga, con l'opzione di permettere al Regno Unito di lasciare il blocco prima del 31 gennaio, se l'accordo venisse ratificato anticipatamente.

Il dibattito riprenderà oggi sul resto dei contenuti del Queen's Speech, che ha presentato l'agenda nazionale del governo per la nuova sessione del Parlamento. Il portavoce John Bercow ha affermato che la proposta di legge Brexit è ora "in un limbo". Il primo ministro e i suoi aiutanti dovranno quindi decidere se chiedere ai parlamentari di sostenere le elezioni o elaborare una “mozione di programma” alternativa che consenta più tempo per il dibattito, cercando nuovamente di spingere l’accordo sulla Brexit in parlamento nelle prossime settimane.

Il segretario alla giustizia Robert Buckland ha dichiarato che "purtroppo sembra che un'elezione generale sia l'unico modo per risolvere la situazione di stallo creatasi". Richard Burgon di Labour, sostiene, invece, che il suo partito acconsentirebbe ad un'elezione generale solo se l'UE concedesse un'estensione poiché significherebbe che una Brexit no-deal sarebbe certamente impossibile. Il conservatore David Lidington, ex vice primo ministro sotto Theresa May, sta esortando il governo a riprovare ad approvare la legislazione Brexit, con un calendario modificato, suggerendo che il governo dovrebbe prima chiedere al partito laburista quanto tempo i suoi parlamentari hanno bisogno per esaminare il disegno di legge. C'è anche la possibilità di un ulteriore referendum, sebbene richiederebbe un ritardo della Brexit e, molto probabilmente, un cambio di governo. Il SNP desidera un'estensione per consentire le elezioni generali, mentre i liberaldemocratici sostengono la necessità di un'estensione per consentire un ulteriore referendum.

Fonti: Bloomberg, The Guardian & BBC News