LA GRAN BRETAGNA E LE NORME EUROPEE SULLA PROTEZIONE DEI DATI POST-BREXIT

Parlando al lancio di una revisione del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), Didier Reynders, Commissario europeo per la giustizia, ha dichiarato che la Gran Bretagna dovrebbe applicare le normative europee sulla protezione dei dati come parte di qualsiasi accordo post-Brexit. Tuttavia, pochi mesi fa, il primo ministro britannico Boris Johnson, in una dichiarazione scritta alla Camera dei Comuni, aveva affermato che il Regno Unito svilupperà politiche separate e indipendenti nel settore della protezione dei dati, nonché in materia di frontiere, concorrenza e sussidi. Inoltre, lo scorso mercoledì, durante la prima revisione della Commissione sulla valutazione del regolamento generale sulla protezione dei dati dell'UE, Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, ha espresso dubbi sul fatto che il Regno Unito possa essere idoneo per un accordo di adeguatezza del trasferimento dei dati con l'UE nell'ambito dei negoziati in corso. Questo dovuto al fatto che al momento non è possibile sapere se il Regno Unito introdurrà o meno cambiamenti nella legislazione nazionale che potrebbero discostarsi dalle linee generali del regolamento sulla protezione dei dati.

A Bruxelles si sono poi sollevate preoccupazioni in merito all'adeguatezza del Regno Unito per un accordo di condivisione dei dati dell'UE, a causa degli accordi che il paese ha preso con gli Stati Uniti.  Nell'ottobre 2019, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno infatti firmato un accordo sul trasferimento di dati, il quale ha attirato l'attenzione di numerosi deputati preoccupati che, nell'ambito di un futuro accordo di adeguatezza tra l’UE e il Regno Unito, i dati appartenenti ai cittadini dell'UE potrebbero essere trasferiti negli Stati Uniti.Il presidente di EDPB, Andrea Jelinek, ha risposto che "l'accordo concluso tra Regno Unito e Stati Uniti dovrà essere preso in considerazione dalla Commissione europea nella sua valutazione globale del livello di protezione dei dati personali nel Regno Unito, in particolare per quanto riguarda l'obbligo di assicurare la continuità della protezione in caso di "trasferimenti successivi" dal Regno Unito ad un altro paese terzo. " Più in generale, un certo numero di Stati membri dell'UE come Francia e Paesi Bassi hanno chiesto che il Regno Unito venisse escluso dall'accesso a determinate banche dati dell'UE, incluso il Sistema d'informazione Schengen (SIS II).

Per quanto concerne il GDPR nel suo complesso, Reynders sostiene che sebbene lo stesso sia stato un successo nei due anni successivi alla sua introduzione, occorre ancora lavorare per garantire la sua applicazione armoniosa. Anche Věra Jourová, ha affermato che il GDPR è diventato un marchio europeo. La Commissione europea ha infatti affermato che dall’introduzione due anni fa, il regolamento generale sulla protezione dei dati ha raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi. Il rapporto pubblicato in merito, vede infatti il 69% degli europei (età superiore ai 16 anni) a conoscenza delle nuove norme e il 70% a conoscenza delle autorità locali per la protezione dei dati.

Fonte: Euronews & Euractiv