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AFRICA: MASSICCI INVESTIMENTI PER RAFFINERIE DI PETROLIO
Roma – L’African Finance Corporation (Afc) ha impiegato circa 800 milioni di dollari per sostenere il settore delle raffinerie in Africa con altri 210 milioni di dollari nella sua pipeline a breve termine, mentre l’African Export Import Bank (Afreximbank) sta investendo oltre 15 miliardi di dollari in progetti di petrolio e gas in tutto il continente. Lo ha affermato il responsabile globale delle relazioni con i clienti di Afreximbank, Rene Awembeng, durante una conferenza dell’African Refiners and Distribution Association (Arda) a Città del Capo, in Sudafrica, evidenziando che il continente si trova in una situazione critica in cui la domanda di energia continua a crescere sullo sfondo dell’aumento della popolazione.Con il continente che fa affidamento principalmente sull’importazione di prodotti petroliferi in un momento in cui la domanda di valuta estera si aggira intorno ai 100 miliardi di dollari all’anno e gli investimenti energetici richiesti annualmente ammontano a 190 miliardi di dollari, ha affermato Awembeng, lo sviluppo di grandi infrastrutture, comprese le raffinerie che soddisferebbero la domanda nel continente, deve essere prioritario e supportato. Preoccupato per l’aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi importati, Awembeng ha in effetti affermato che è deplorevole che l’Africa sia rimasta un importatore di tutti i prodotti raffinati. “L’Africa non ha investito nelle sue raffinerie o capacità di raffinazione. Non abbiamo investito nelle nostre strutture di stoccaggio. Non abbiamo investito abbastanza nelle nostre pipeline per soddisfare la domanda. Quindi, con la crisi Covid, e ora con la crisi ucraina, ci troviamo ora in una posizione molto difficile”, ha dichiarato, sottolineando inoltre l’importanza della creazione dell’Africa Energy Bank per finanziare il programma di transizione energetica dei combustibili fossili e dell’Africa.“Molte banche internazionali e alcune delle banche che finanziavano transazioni di petrolio e gas si sono ritirate dall’Africa per una serie di motivi; lasciando alle istituzioni finanziarie africane e ad alcuni finanziatori dello sviluppo come l’African Export Import Bank l’onere di esaminare il problema”, ha infine osservato (ICE LUANDA)
Fonte notizia: www.infoafrica.it - e stampa locale