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2 Giugno 2023

Argentina

ARGENTINA: POSSIBILE ADESIONE ALLA BANCA BRICS, CON AIUTO DEL BRASILE

Sergio Massa ha incontrato in Cina Dilma Rousseff, capo della Banca di Sviluppo dei BRICS, insieme a Máximo Kirchner, Marco Lavagna e Miguel Pesce. Accompagnato dal presidente della Banca Centrale Miguel Pesce e da Máximo Kirchner, l'ultima attività di Sergio Massa a Shanghai prima di ripartire per Pechino è stato l'incontro con Dilma Rousseff. L'ex presidente del Brasile li ha ricevuti nel suo ruolo di capo della nuova banca BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) chiamata Nuova Banca di Sviluppo. "Sergio, ho buone notizie, ho trovato la scorciatoia. Il consiglio di amministrazione ha deciso di aggiungere l'Argentina alla banca. Sarà annunciato alla riunione di agosto in Sudafrica", lo ha salutato la Rousseff nell'imponente sede della banca a Pudon, il quartiere di grattacieli di Shanghai considerato la capitale finanziaria della Cina. Massa sperava in un'erogazione rapida dei prestiti, e il mese di agosto è molto lontano, vista la siccità di dollari dell'economia argentina. Ora potrà accedere a diverse linee di credito, ma se ciò accadrà, sorprenderà il governo nel bel mezzo delle PASO (elezioni primarie in Argentina). La banca ha una grande capacità di prestito con un capitale di 50 miliardi di dollari che presto sarà aumentato a 100 miliardi. L'Argentina, secondo fonti molto vicine al ministro, ha già ottenuto l'approvazione del consiglio di amministrazione. L'ingresso avverrà insieme ad Arabia Saudita, Egitto e Zimbabwe. Per diventare membri della banca, i quattro nuovi membri dovranno versare 1 miliardo di dollari. L'Argentina riceverà 250 milioni di dollari, che integrerà con obbligazioni del debito sovrano in dollari. Il Dipartimento dell'Economia ha dichiarato di avere 40 miliardi di dollari in obbligazioni in dollari, distribuiti tra il Fondo ANSES, la Banca Centrale e il Tesoro nazionale. Quando Sergio Massa decise di rivolgersi alla banca dei BRICS, lo fece per la necessità di valuta estera per affrontare un anno elettorale in cui propose di non svalutare la moneta ufficiale per non alimentare l'inflazione. In linea di principio, quando Lula divenne presidente del Brasile, ad Alberto Fernández venne in mente di rivolgersi al suo principale partner commerciale come prestatore di ultima istanza per rafforzare le riserve del Paese. Non contava sul fatto che il Brasile avrebbe mantenuto Roberto Campos Neto alla Banca Centrale, che ha chiuso la porta a questa possibilità. Così si è pensato di rivolgersi alla banca dei Brics.Un'altra alternativa era che la nuova entità estendesse un prestito all'Argentina, cosa che non è contemplata nel suo statuto, secondo il quale la banca può aiutare in caso di crisi delle riserve, ma solo i suoi membri. Si pensava quindi che il Brasile avrebbe fornito garanzie per un prestito all'Argentina, ma non è stato così. (ICE BUENOS AIRES)


Fonte notizia: Giornale CLARIN 01/06/2023