
Intervista con Francesco Botto Poala, Chief Executive Officer, Chairman Successori Reda SBpA
Nel cuore del distretto laniero biellese, Reda tesse dal 1865 una storia di eccellenza, innovazione e artigianalità, tramandando l’arte della tessitura di alta gamma. Ma è a più di 18.000 chilometri dall’Italia, tra le colline e i pascoli incontaminati della Nuova Zelanda, che l’azienda ha scelto — più di trent’anni fa — di scrivere uno dei capitoli più affascinanti del suo percorso internazionale.
Successori Reda SBpA non è solo un'azienda tessile di successo, ma un esempio concreto di come le eccellenze italiane possano prosperare nei mercati globali restando fedeli ai propri valori.
La storia che vi raccontiamo oggi è quella di una visione pionieristica nata negli anni Settanta, quando la dirigenza di Reda iniziò a viaggiare regolarmente in Nuova Zelanda per instaurare relazioni dirette con gli allevatori di pecore Merino. Un approccio lungimirante che nel 1993 si è tradotto nell’acquisizione della prima fattoria neozelandese, dando vita a una filiera verticale unica nel suo genere.
Ma cosa spinge un’azienda italiana, profondamente radicata in una tradizione secolare, a investire dall’altra parte del mondo? Come si costruisce la fiducia in un mercato culturalmente diverso? E quali insegnamenti può offrire questa esperienza alle imprese italiane che guardano all’Indo-Pacifico come nuova frontiera di crescita?
Lo abbiamo chiesto a Francesco Botto Poala, Chairman e CEO di Successori Reda SBpA. Con generosità e visione, ci ha guidati nel racconto di questa straordinaria avventura imprenditoriale, condividendo aneddoti, sfide culturali e strategie che hanno permesso di costruire un ponte solido tra l’eccellenza manifatturiera italiana e la qualità della materia prima neozelandese.
Dall’acquisizione della prima fattoria nel 1993 alla costruzione di una filiera trasparente e sostenibile, passando per collaborazioni strategiche e programmi formativi internazionali, Reda dimostra che fare impresa può significare anche custodire il territorio, innovare responsabilmente e promuovere un dialogo autentico tra culture.
Un’intervista che racconta non solo un caso di successo, ma anche una visione concreta e coraggiosa di futuro per l’industria tessile.
Potrebbe raccontarci brevemente la storia di Successori Reda in Italia e le tappe principali della sua espansione internazionale?
Successori Reda nasce nel 1865 a Valle Mosso, nel cuore del distretto laniero biellese. Da 160 anni il lanificio è un'eccellenza nella produzione di tessuti in pura lana Merino, unendo l'eredità artigianale italiana ad un approccio industriale innovativo e sostenibile. La nostra missione è sempre stata chiara: creare valore attraverso una filiera integrata, tracciabile e rispettosa dell'ambiente e delle persone.
L'espansione internazionale ha avuto inizio a partire dagli anni '90, con l'apertura ai mercati esteri e oggi presidiamo i principali mercati globali del tessile di alta gamma. La nostra presenza internazionale è motivata dal desiderio di essere vicini ai nostri clienti, comprendere le loro esigenze e costruire relazioni di lungo periodo.
Secondo lei, qual è il segreto del successo di Successori Reda sia in Italia che all’estero?
Il nostro successo è frutto di una combinazione di fattori: l'impegno costante per la qualità, la tracciabilità della filiera, l'attenzione al benessere animale e ambientale, e una leadership capace di visione e ascolto delle persone coinvolte nei vari processi. Ma soprattutto, ciò che ci distingue è la capacità di innovare senza mai perdere il legame con il nostro territorio e i nostri valori.
Quando, come e perché Successori Reda ha deciso di aprire una sede in Nuova Zelanda e come si è evolta nel tempo questa presenza?
Il legame tra Reda e la Nuova Zelanda nasce negli anni Settanta, quando la generazione precedente alla mia iniziò a viaggiare regolarmente nel Paese per instaurare relazioni dirette con gli allevatori di pecore Merino. Fin da subito, abbiamo sentito la necessità di avvicinarci il più possibile all’origine della nostra materia prima, per comprenderne a fondo le fasi del processo produttivo e le esigenze degli allevatori, al fine di garantire una materia prima di altissima qualità.
Questo approccio si è concretizzato in un passo fondamentale nel 1993, quando Reda ha acquisito la sua prima fattoria in Nuova Zelanda, Otamatapaio Station. A questa sono seguite le acquisizioni di Rugged Ridges Station e Glenrock Station, che ci hanno permesso di rafforzare la nostra conoscenza e comprendere sempre di più le esigenze degli allevatori.
Oggi, grazie anche a questi investimenti, Reda può contare su una filiera controllata, trasparente e sostenibile, e su un dialogo continuo con moltissimi allevatori, che condividono con noi una visione di lungo termine fondata sulla qualità, l’innovazione e il rispetto per l’ambiente.

Ricorda qualche episodio significativo o aneddoto memorabile vissuto da Successori Reda o dal suo personale in questi anni in Nuova Zelanda?
Momenti significativi ce ne sono stati molti, ma ciò che ci ha gratificato di più, con il passare degli anni – e ormai sono 33 – è il riconoscimento da parte dei nostri amici allevatori per il lavoro svolto in tutto questo tempo. Abbiamo sempre cercato di creare un ambiente di lavoro positivo per i nostri collaboratori e, da parte nostra, di essere buoni custodi di ciò che abbiamo ricevuto, con l’impegno di trasmetterlo alle future generazioni in modo ancora più sano e sostenibile.
Quali sono state le principali differenze culturali che Successori Reda, in quanto azienda italiana, ha dovuto affrontare entrando nel mercato neozelandese?
All'inizio abbiamo incontrato un po' di diffidenza: Chi sono questi italiani? Ci porteranno via la terra? Perché sono venuti fin qui? Domande legittime, che da un lato hanno generato dubbi, ma dall'altro anche molta curiosità. Ci siamo inseriti in una comunità molto piccola, composta da famiglie antiche, che avevano vissuto in prima persona gli anni più difficili del territorio. Ma il tempo ci ha dato ragione e ci ha premiati.
In che modo l'azienda ha adattato le sue tecnologie, i processi o lo stile gestionale per operare efficacemente in un contesto anglosassone?
Le leggi locali rappresentano un punto fermo: è imprescindibile rispettarle. Il nostro personale è interamente locale e vanta competenze molto elevate, sia dal punto di vista gestionale che culturale. Il contesto è ovviamente diverso, ma sempre estremamente professionale.
Su quali progetti di espansione sta attualmente lavorando Successori Reda in Italia e Nuova Zelanda?
Per quanto riguarda Reda, siamo sempre alla ricerca di prodotti innovativi e stiamo lavorando molto nello sviluppo dell’intelligenza artificiale applicata ai processi produttivi.
Nei Paesi d’origine, nella nostra fattoria, stiamo approfondendo un tema per noi fondamentale: la consapevolezza che un certo tipo di allevamento non abbia un impatto negativo, ma al contrario possa contribuire alla riduzione della CO₂.
Stiamo portando avanti analisi rigorose per confermare questa visione, utilizzando l’approccio matematico definito dalla norma ISO 14067, che misura l’impronta carbonica del prodotto.
Quali sono i vostri piani a lungo termine per la regione e quali prospettive di crescita vedete in Nuova Zelanda?
In Nuova Zelanda vediamo grandi possibilità di diversificazione, sia sul fronte delle energie rinnovabili – in particolare con l’installazione di pannelli solari – sia nell’ampliamento delle aree dedicate al turismo. La qualità del territorio e la solidità delle relazioni costruite negli anni ci offrono una base solida per sviluppare progetti sostenibili a lungo termine, con una visione che coniuga innovazione, rispetto per l’ambiente e valorizzazione locale.
Vedete la Nuova Zelanda come un potenziale hub manifatturiero, operativo o logistico a lungo termine per la regione indo-pacifica? Oppure la vostra presenza nel Paese è strettamente legata alla fornitura locale di lana merino?
Attualmente la Nuova Zelanda rappresenta per noi un hub produttivo strategico. La nostra fattoria non è solo un punto di riferimento per la comunità locale, ma anche un esempio concreto di filiera verticale: certificata, tracciabile e pienamente controllata.
È una storia autentica, che valorizza il legame tra territorio, sostenibilità e qualità, e che viene spesso utilizzata anche dal nostro team marketing per comunicare il valore reale dietro ai nostri prodotti.
In base alla vostra esperienza, consigliereste la Nuova Zelanda come base per aziende italiane interessate a espandersi nell’Indo-Pacifico e quali sono le principali lezioni apprese che potrebbero essere utili ad altre aziende italiane che vogliono entrare in questa regione?
Sì, la Nuova Zelanda offre grandi potenzialità come base per le aziende italiane interessate a espandersi nella regione. Se posso dare un consiglio, è fondamentale collaborare sin dall’inizio con partner locali. Avere al fianco persone del posto può fare la differenza per comprendere a fondo il contesto, le dinamiche culturali e il modo di lavorare. Questo approccio facilita l’integrazione e costruisce relazioni di fiducia, che sono alla base di qualsiasi progetto di successo in questa regione.
Quanto è importante per Successori Reda collaborare con agricoltori, partner e imprese locali? Avete avviato partnership strategiche con associazioni di agricoltori, aziende, istituzioni o università in Nuova Zelanda?
Le collaborazioni con agricoltori, partner e imprese locali sono fondamentali per Reda. Il nostro impegno si traduce in una presenza attiva e responsabile nei territori in cui operiamo, con l’obiettivo di costruire relazioni durature e basate sulla fiducia reciproca.
In Nuova Zelanda, la nostra collaborazione con The New Zealand Merino Company è un esempio emblematico. Attraverso il progetto ZQRX, lavoriamo con tantissimi allevatori per promuovere pratiche agricole sostenibili, garantire il benessere animale e assicurare la massima qualità della lana Merino. Questo approccio ci consente di mantenere una filiera corta, tracciabile e trasparente, in linea con i nostri valori aziendali.
Un’altra iniziativa significativa è il programma di tirocinio internazionale "From Sheep to Shop", giunto alla sua edizione 2025. Questo percorso formativo di cinque mesi offre a giovani talenti provenienti da Nuova Zelanda e Australia l’opportunità di esplorare ogni fase della nostra filiera integrata, dalle fattorie in Nuova Zelanda agli stabilimenti tessili in Italia. I tirocinanti, come Lily Gamble e Abigail Ardron, stanno vivendo proprio in queste settimane un’esperienza immersiva che li avvicina al mondo della lana, approfondendo tematiche legate alla sostenibilità, all’innovazione e all’artigianalità.
Attraverso queste partnership e programmi formativi, Reda non solo rafforza il legame con le comunità locali, ma contribuisce anche alla formazione di una nuova generazione di professionisti consapevoli e appassionati, pronti a promuovere un’industria tessile più sostenibile e responsabile.
In che modo Successori Reda integra la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica nella propria filosofia aziendale in Italia, in Nuova Zelanda o in altri Paesi?
Per Reda, la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica non sono semplici obiettivi, ma pilastri fondamentali della nostra filosofia aziendale. Fin dal 2004, siamo stati pionieri nel settore tessile, diventando il primo lanificio a ciclo verticale in Europa a ottenere la certificazione EMAS, che attesta il nostro impegno nel monitorare e migliorare continuamente le prestazioni ambientali.
In Italia, abbiamo sviluppato un dipartimento di Ricerca e Sviluppo dedicato all’innovazione sostenibile, con l’obiettivo di creare tessuti performanti e rispettosi dell’ambiente. Le nostre linee, come Reda Active e Reda Flexo, combinano tradizione artigianale e tecnologia avanzata per offrire prodotti di alta qualità con un impatto ambientale ridotto.
In Australia, abbiamo lanciato nel 2015, tramite New England Wool, lo schema di accreditamento SUSTAINAWOOL, volto a promuovere la produzione di lana di alta qualità attraverso una gestione sostenibile delle risorse. Nel 2019, abbiamo trasferito alla cifra simbolica di 1$ questo standard all’Australian Wool Exchange (AWEX), dimostrando il nostro impegno nel diffondere pratiche virtuose nel settore.
La nostra adesione al programma ZQRX e l’ottenimento delle certificazioni RWS (Responsible Wool Standard) e GRS (Global Recycled Standard) testimoniano ulteriormente la nostra dedizione a una produzione responsabile e sostenibile.
Quanto è rilevante il marchio “Made in Italy” nel vostro settore e come viene percepita Successori Reda in Nuova Zelanda in quanto azienda italiana?
Secondo il mio parere, il marchio Made in Italy continua ad avere un grande valore, soprattutto all’estero, e la Nuova Zelanda non fa eccezione.
Anche qui il Made in Italy è percepito come sinonimo di qualità, competenza e attenzione al dettaglio. Detto questo, il riconoscimento che abbiamo ottenuto come azienda va oltre l’etichetta nazionale: siamo considerati un esempio positivo grazie al nostro approccio collaborativo e trasparente.
Nel tempo abbiamo costruito relazioni solide con la comunità locale, che ci hanno permesso di crescere e di attrarre personale sempre più qualificato.
Oltre a essere produttori in loco, siamo anche clienti di numerose fattorie da cui acquistiamo lana, sia tramite contratti diretti che all’asta. Inoltre, siamo soci e brand partner di Merino New Zealand, a conferma del nostro impegno attivo nella filiera locale.
Se potesse farsi una domanda per raccontare meglio la storia di Successori Reda in Nuova Zelanda — utile in particolare per le aziende italiane interessate a questo mercato — quale sarebbe? E come risponderebbe?
Domanda: Qual è stato l’aspetto più trasformativo del vostro rapporto diretto con la Nuova Zelanda, e cosa consiglierebbe alle aziende italiane che vogliono costruire relazioni durature in questo mercato?
Risposta: Il nostro rapporto con la Nuova Zelanda ha trasformato profondamente il nostro modo di fare impresa. Non si è trattato solo di un investimento strategico nella filiera produttiva, ma di una scelta culturale: avvicinarci ai luoghi dove nasce la nostra materia prima ci ha permesso di comprenderne il valore in ogni dettaglio, di instaurare un dialogo continuo con gli allevatori, e di contribuire attivamente allo sviluppo di standard etici e qualitativi condivisi.
Alle aziende italiane che guardano a questo mercato, consiglierei di investire tempo e presenza sul territorio. La Nuova Zelanda è un Paese aperto, con una forte cultura del rispetto e della collaborazione. Ma la fiducia non si compra: si costruisce nel tempo, con coerenza, ascolto e trasparenza. Noi abbiamo iniziato semplicemente viaggiando, incontrando le persone, condividendo idee. Da lì è nata una relazione autentica, che oggi è parte integrante della nostra identità.
Per scoprire di piu' su Successori Reda vi invitiamo a visitare il loro sito web a www.reda1865.com .

Successori Reda S.B.p.A
Via Robiolio, 25
13825 Valle Mosso (Biella)
Italy
Tel +39 015 7049111
