Superficie: 8.547.393 kmq
Popolazione: 208 milioni
Densità: 21,9 ab/kmq
Lingua: Portoghese
Religione: Cattolica (70%), Protestanti (19%)
Capitale: Brasilia
Forma istituzionale: Repubblica Federativa
Membro di: Mercosur OAS e ONU
Unità Monetaria: Real
Sede di governo: Brasilia
Dopo la stagnazione degli anni ’90, il Brasile è tornato a crescere lo scorso decennio grazie all’espansione del settore formale, della forza lavoro e della domanda estera, soprattutto di materie prime, proveniente dai principali paesi emergenti. La ritrovata crescita e le politiche sociali attuate dai governi hanno favorito l’impressionante risultato di dimezzare il tasso di povertà e ridurre notevolmente le disparità sociali attraverso il sostegno ai redditi più bassi e l’accesso all’istruzione.
Tuttavia nell’ultimo quinquennio, svanite le favorevoli condizioni che ne avevano promosso il progresso, i nodi strutturali dell’economia brasiliana sono tornati al pettine: la produttività stagnante ed il modesto grado di connessione con il resto del mondo hanno frenato lo sviluppo, reso difficoltoso il finanziamento della crescente spesa sociale e determinato un progressivo peggioramento nelle finanze pubbliche. Lo scandalo Petrobras, scoppiato nel 2014, e la successiva crisi politica hanno ulteriormente frenato l’economia, portando ad una profonda recessione, da cui il paese ha cominciato a uscire nel 2017.
Per rilanciare la crescita il Brasile ha oggi bisogno, innanzitutto, di un piano di risanamento dei conti pubblici per consolidare la riduzione dei tassi di interesse e riportare il debito pubblico su un sentiero sostenibile. L’approvazione in Costituzione del un tetto alla crescita della spesa pubblica si dovrà sostentare su una profonda azione di riforme, a partire da quella del sistema previdenziale. Lo sviluppo si dovrà fondare su importanti investimenti in infrastrutture, finanziati con risorse private, su un sostegno continuo alla formazione di capitale umano e su una maggiore apertura commerciale.