ALCUNI GRANDI BANCHIERI CAMBIANO IDEA IN MERITO ALLA BREXIT "NO-DEAL"

Quando Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan, all'inizio di quest'anno dichiarò che una hard Brexit sarebbe stata un disastro per il Regno Unito, stava sostenendo una visione condivisa da tutti i banchieri di investimento di Londra. Ma da quando Johnson è diventato primo ministro, proprio alcuni tra i più alti banchieri, che prima erano fermamente contrari alla Brexit, ora, in privato affermano che le loro opinioni sono cambiate. Questi dirigenti sembrano infatti preferire di gran lunga Mr Johnson rispetto allo stile sobrio del suo predecessore, identificandosi con la sua spavalderia e la sua propensione nel sostenere grandi e rischiose scommesse. Il capo di una grande banca di investimento, ha recentemente dichiarato: “Dobbiamo attuare la Brexit, l'inerzia è peggiore di un mancato accordo" nonostante un tempo avvertisse dei pericoli di un tale risultato. Forse la nuova visione di questi dirigenti riflette un alto livello di preparazione nel settore bancario, che da anni pianifica in previsione di una Brexit no-deal. Le banche globali che gestiscono le loro operazioni europee da Londra hanno infatti già creato nuove entità a Parigi, Francoforte e in Irlanda, identificando centinaia di dipendenti che dovranno spostarsi in caso di uscita dall’UE. Per molti banchieri un'uscita gestita tramite accordo non farebbe molta differenza rispetto ad un no-deal. Sebbene un lungo periodo di transizione consentirebbe alle banche stesse, più tempo per pianificare. Ovviamente i più scettici potrebbero osservare come questi dirigenti di banca ultra pagati risentiranno in maniera lieve in caso di hard Brexit, a confronto, per esempio, con un operaio automobilistico o un allevatore. Tuttavia, i più recenti convertiti ritengono che una Brexit senza accordo sarebbe dolorosa ma sopportabile. Alcuni sostengono che questa potrebbe essere utile per le entrate di investimenti bancari a breve termine, dal momento che i gestori di fondi hanno avviato una raffica di scambi per adeguare i loro portafogli alla nuova realtà. Naturalmente, il cambio di opinioni tra alcuni banchieri nella City non dove essere preso come prova che la città abbia cambiato direzione, infatti, molti di loro pensano ancora che la Gran Bretagna sia sull'orlo di un enorme atto di autolesionismo.

Fonte: Financial Times