ASPRI DIBATTITI TRA JOHNSON E I DEPUTATI TORNATI IN PARLAMENTO

In una straordinaria sessione serale alla Camera dei Comuni, Boris Johnson ha suscitato clamore rifiutandosi di rassegnare le dimissioni, di scusarsi per aver agito illegalmente e sfidando i suoi oppositori alle elezioni. In una giornata di aspri dibattiti, egli stesso ha affermato che, “i parlamentari stanno cercando di sabotare la Brexit arrendendosi a Bruxelles”. Johnson ha infatti, ripetutamente, fatto riferimento alla legge progettata per prevenire una Brexit senza accordo come una "proposta di resa". Tutta questa cattiva volontà parlamentare crea un’ulteriore ostacolo alla realizzazione della Brexit stessa, dato che Johnson sta facendo arrabbiare l'opposizione proprio quando avrà bisogno del loro sostegno per ottenere un accordo. Ora che i parlamentari sono tornati a Westminster, stanno pianificando il prossimo attacco alla strategia del primo ministro; tra le opzioni in gioco vi sono: legiferare per un nuovo referendum e inasprire la legge che vieta il divorzio senza accordi.

Eppure, incoraggiato dai parlamentari conservatori, il primo ministro ha usato la sua sconfitta legale come trampolino di lancio per un attacco politico, sostenendo che i parlamentari sono "corsi in tribunale" invece di avere il coraggio di affrontarlo alle elezioni generali; accusando poi l'opposizione di "sabotare" i negoziati sulla Brexit. La segretaria, Diane Abbott, a tale proposito ha affermato che il comportamento del primo ministro ha dissuaso i parlamentari dall'offrire sostegno interpartitico a un accordo sulla Brexit. Di conseguenza, le prospettive per una svolta sembrano ancora difficili. Mercoledì, la Commissione europea in una riunione confidenziale di diplomatici nazionali, ha dichiarato che le ultime idee del governo britannico per il confine irlandese non sono accettabili.

Johnson ha suscitato rabbia poi, quando ha affermato: "Il modo migliore per onorare la memoria di Jo Cox e, il modo migliore per riunire il paese, è quello di portare a termine la Brexit.” Soames, membro del parlamento, ha dichiarato: "Viviamo in un'era di conseguenze e queste parole utilizzate stanno danneggiando la nostra democrazia e l'unione con la Scozia e l'Irlanda del Nord."

Nel mentre, Jeremy Corbyn, leader laburista, ha affermato che il suo partito non appoggerà elezioni anticipate, né presenterà una mozione di sfiducia, fino a quando Johnson non avrà negoziato a Bruxelles un'estensione del processo dell'articolo 50, ritardando la Brexit ben oltre il 31 ottobre. Johnson, d'altro canto, si è rifiutato di sostenere qualsiasi estensione e ha insistito sul fatto che la Gran Bretagna lascerà l'UE con o senza un accordo, anche se ora esiste una legge che mira a fermare un simile evento. Con quanto accaduto, è probabile che parlamento e tribunali lo costringano a chiedere un'estensione. Inoltre, gli alleati di Johnson temono che i parlamentari possano usare il loro tempo extra in parlamento nei prossimi giorni per trovare modi legislativi per umiliare Johnson o forzare le sue dimissioni. Oggi, il primo ministro presenterà una mozione che chiede una pausa di tre giorni durante la conferenza conservativa della prossima settimana a Manchester. Sebbene tale interruzione sia consueta, quest'anno vi saranno opposizioni da parte di chi vuole tempo a Westminster per discutere della Brexit. A differenza di una proroga, la sospensione deve essere approvata dai parlamentari. Johnson ha lasciato comunque aperta la possibilità di richiedere un'ulteriore proroga prima del discorso della regina.

Fonte: BBC News & Financial Times