BORIS JOHNSON CHIEDE ALL'UE DI CAMBIARE ROTTA NEI NEGOZIATI

Dopo l’accusa di Barnier secondo la quale il Regno Unito ha rifiutato di impegnarsi seriamente su alcuni argomenti rallentando i negoziati, Boris Johnson, tornato a lavoro ieri dopo essere guarito dal coronavirus, contrattacca avvertendo i leader UE di dover loro cambiare rotta, per così da raggiungere un accordo. Il Primo Ministro ritiene improbabile, al momento, che le parti possano convergere in una visione comune se per primo, lo status del Regno Unito come stato indipendente non viene riconosciuto. 

Michael Gove, ministro di Gabinetto, ha riferito ai parlamentari che le turbolenze commerciali causate dal coronavirus non hanno indotto il governo a cercare un'estensione del periodo di transizione, che si concluderà, come stabilito, il 31 dicembre. Gove ha inoltre ricordato che un prolungamento richiederebbe alla Gran Bretagna di fornire un contributo finanziario al bilancio dell'UE che potrebbe essere speso per il Sistema Sanitario Nazionale.

La Gran Bretagna è fermamente convinta che Bruxelles debba limitare le sue pretese, comprese la garanzia d’accesso a lungo termine alle acque di pesca britanniche e la sottoscrizione di una parità di condizioni. L'accesso alle acque di pesca è diventato un punto cruciale dei negoziati: l'UE vuole che il Regno Unito accetti un trattato che preservi almeno gran parte dei diritti di pesca esistenti mentre la Gran Bretagna insiste sul fatto che non andrà oltre il tipo di accordo che l'UE ha con la Norvegia, il quale consente l'accesso alle acque fino ai negoziati annuali. Il Regno Unito si oppone anche al desiderio dell'UE di porre l'intera relazione in un unico trattato, completo di un sistema di governance ma, vorrebbe negoziare un accordo commerciale autonomo, con alcuni trattati separati che trattano questioni come il trasporto aereo e la cooperazione in materia di energia nucleare. Inoltre, la Gran Bretagna auspica ad un accesso al mercato più ampio (incluso il commercio di merci esente da tariffe e quote) rispetto a qualsiasi accordo commerciale esistente dell'UE.

Altri due cicli di negoziati sono previsti prima di un vertice di valutazione UE-Regno Unito che si terrà a giugno. Funzionari britannici ammettono però che i negoziati hanno bisogno di un nuovo slancio per rompere lo stallo attuale prima della scadenza per richiedere una proroga. Il documento firmato appena sei mesi fa, sembra già un lontano ricordo ed il Regno Unito ha chiarito all'inizio dell’anno che la sua visione della futura cooperazione con l'UE è molto diversa dal tipo di relazioni generali e istituzionalizzate stabilite dalla dichiarazione politica.

Fonte: The Financial Times