BREXIT: REGNO UNITO E STATI UNITI

La Brexit ha creato per il Regno Unito l'opportunità di stringere un accordo commerciale con gli Stati Uniti che i Brexiteer vantano da tempo come uno dei vantaggi chiave di lasciare l'Unione Europea. L'America è già il più grande partner commerciale del Regno dopo l'UE, con scambi annui per un totale di oltre $ 230 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti e il governo britannico sembrano quindi desiderosi di siglare un accordo che potrebbe ridurre le tariffe, eliminare barriere e aumentare l'accesso al mercato tra le due nazioni. Sicuramente, Regno Unito e Stati Uniti sono allineati nella loro visione sull'approccio stringente di Bruxelles per quanto riguarda le regole commerciali. Stando a quanto detto, un accordo commerciale anche modesto tra Londra e Washington dovrebbe essere relativamente facile da concludere.

Al contrario, la pressione politica, i compromessi economici e una tempistica ristretta potrebbero aumentare la possibilità di fallimento per i colloqui tra Regno Unito e UE. In tal caso il Regno Unito sarebbe soggetto a un brusco cambiamento economico con il suo più grande partner commerciale che si tradurrebbe in controlli doganali potenzialmente più ingombranti e in un aumento delle tariffe UE sulle esportazioni del Regno Unito. Attualmente quest ultimo esporta il 46% delle sue merci nell'UE e il 13% negli Stati Uniti.

Nel nuovo opuscolo pubblicato dal dipartimento del commercio internazionale del Regno Unito, nel 2018 le statistiche ufficiali mostrano che i paesi dell'UE rappresentavano il 49,1% del commercio britannico, valutati a 659,5 miliardi di sterline, e i paesi non UE per il resto. Sette paesi dell'UE (Germania, Paesi Bassi, Francia, Irlanda, Spagna, Belgio e Italia) e Svizzera sono stati tra i primi 10 partner commerciali del Regno Unito mentre gli Stati Uniti erano i primi.

Nonostante la preminenza dell'UE nel commercio britannico, il governo del primo ministro Johnson ha in programma di distaccare il Regno Unito il più possibile dall'Europa in termini di standard normativi e quadri giuridici, perseguendo allo stesso tempo accordi con Stati Uniti, Cina e altre grandi economie non europee.

Fonte: The Financial Times & Bloomberg