BRUXELLES INVITA IL REGNO UNITO A CHIEDERE L'ESTENSIONE DELLA BREXIT

Boris Johnson insiste che i negoziati proseguiranno ma i deputati europei affermano che l'estensione sia l'unica cosa responsabile da fare. La richiesta del partito popolare europeo (PPE) di prorogare la scadenza è arrivata ieri, lo stesso giorno della riunione inaugurale, via teleconferenza, del comitato misto per l'attuazione dell'accordo di recesso. Il comitato è guidato dal ministro del governo britannico Michael Gove e dal vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic. Il gruppo di deputati europei invita quindi il Regno Unito a chiedere un'estensione del periodo di transizione post-Brexit, sostenendo che la pandemia stia mettendo a rischio la possibilità di ottenere un accordo commerciale entro la data prevista.

Il commissario commerciale Phil Hogan e altre figure di spicco dell'UE hanno sottolineato che la determinazione della Gran Bretagna a lasciare il mercato unico e l'unione doganale, a fine anno, significherebbe una dura frontiera per gli scambi di merci, con nuovi controlli e formalità amministrative. Inoltre, i funzionari UE avvertono che l'epidemia comporterà, per ambo le parti, scarse capacità di adattamento all'interruzione degli accordi commerciali.

Come sancito dalla legge britannica, il periodo di transizione termina il 31 dicembre 2020 ed il Primo Ministro ha chiarito di non avere intenzione di cambiare i propri piani mentre funzionari del governo affermano che un'estensione della Brexit sia ora inevitabile. La modifica della legge per estendere il periodo sarebbe possibile con una maggioranza di 80 seggi e secondo i termini dell'accordo di uscita è possibile un'estensione fino a due anni, se, entrambe le parti sono concordi a richiederla entro fine giugno.

Il periodo di transizione, come più volte spiegato, mantiene la Gran Bretagna all'interno del mercato unico e di tutti gli altri accordi di cooperazione dell'UE come se fosse ancora uno stato membro, ma senza alcuna rappresentanza politica o voce in capitolo sulle decisioni del blocco. Qualsiasi estensione richiederebbe al Regno Unito di versare un contributo finanziario all'UE che dovrebbe essere negoziato con Bruxelles.

Fonte: The Financial Times