COLLOQUI BREXIT E CORONAVIRUS

I colloqui sulla Brexit procedono come previsto, nonostante le crescenti prospettive di un focolaio di coronavirus e un crollo dei mercati azionari. Una prima serie di negoziazioni è avvenuta la scorsa settimana e ci sarà un'ulteriore discussione a Londra alla fine di questo mese. Se il Regno Unito è stato sopraffatto dall'UE, che a suo tempo ha inquadrato ciò che era realizzabile nell’accordo, fissandone i parametri, ora nella seconda fase dei colloqui Johnson sta adottando l'approccio opposto. A breve verranno rivelate quali parti dell'ambizioso programma governativo di Johnson sono più in evoluzione. Dopo meno di un mese di lavoro, il Cancelliere Rishi Sunak svelerà il suo primo budget, a seguito di una riscrittura che include disposizioni adeguate per combattere il virus. Con i mercati in difficoltà, ci si chiede se Sunak annuncerà azioni a sostegno dell'economia e di supporto per il SSN. Da ultimo, ma non meno importante, ci si chiede che ne sarà delle regole fiscali e delle restrizioni messe in atto per garantire una buona salute di bilancio del Regno Unito, promesse prima della Brexit e prima di una potenziale pandemia.

Prima che inizi il prossimo ciclo di negoziati, il 18 marzo, Michael Gove dovrebbe presentare un progetto di trattato che stabilisca il tipo di accordo commerciale che il Regno Unito intende concludere con l'UE.

Gli alleati di Johnson affermano che si tratterà di un testo basato su precedenti accordi che l'UE ha già stretto con paesi terzi. Bruxelles a sua volta ribadirà l’argomentazione fondamentale secondo cui la geografia e le catene di fornitura interconnesse implicano che qualsiasi accordo con il Regno Unito dovrà necessariamente essere diverso da quello canadese.

Londra potrebbe presentare un accordo nell'aspettativa che Bruxelles faccia lo stesso. Dal punto di vista di Johnson, avere entrambi i trattati potrebbe evitare la situazione passata in cui l'UE ha fissato i termini. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, invece, ha affermato che il Regno Unito non ha ancora preso una decisione su ciò che vuole realmente dalla Brexit e cosa più importante non ha preso pienamente in considerazione i compromessi dall'abbandono del blocco. Ma l'insistenza di Downing Street a voler lasciare il mercato unico e l'unione doganale suggerisce il contrario e, con un progetto di trattato, sarà più difficile per l'UE sostenere che Johnson non sa cosa vuole.

Fonte: The Financial Times & Bloomberg