CONSERVATIVE - IL PIANO DI JOHNSON

"Get Brexit done", è lo slogan della campagna conservatrice. Il piano di Johnson è quello di portare il Regno Unito fuori dall'UE alla scadenza della proroga Brexit, concedendosi 11 mesi per negoziare un accordo commerciale con Bruxelles. L’attuale primo ministro insiste sul fatto che l’accordo, concluso con l'UE in ottobre, possa essere approvato in parlamento a gennaio qualora vincesse le elezioni, così da lasciare il blocco il 31 gennaio stesso. Un accordo commerciale con l'Unione dovrà poi essere completato entro la fine del 2020; nel mentre il Regno Unito resterà membro dell'unione doganale e del mercato unico. Questo lasso di tempo è il cosidetto “periodo di transizione”, che Boris Johnson non intende estendere oltre dicembre 2020.

Se il Regno Unito dovesse lasciare l’UE senza un accordo di recesso (No-Deal), ovviamente, non ci sarebbe alcun periodo di transizione. In tal caso, il Paese sarebbe svincolato dalle norme e dai regolamenti UE immediatamente. Tuttavia, vi sarebbe un'improvvisa scossa che le previsioni sostengono danneggerebbe gravemente l'economia. Tutti i vari negoziati avrebbero ancora luogo, ma in un'atmosfera politica meno armoniosa.

Bruxelles si sta preparando ad offrire a Johnson un FTA (free trade agreement – accordo di libero scambio) nel caso in cui vincesse le elezioni, con zero tariffe sulle merci, ma anche con massimi livelli di condizioni di parità. Questo patto sarebbe nell'interesse di Bruxelles, per rassicurare i restanti membri che il Regno Unito non avrà vantaggio competitivo su di loro dopo la Brexit. Tuttavia, se Johnson accettasse un accordo di libero scambio in quei termini, perderebbe la sovranità nazionale che ha promesso agli elettori e per tale motivo, ha già informato che non potrà accettare di essere legato a regole UE di quel genere.

Intanto, il governo in carica rifiuta di pronunciarsi pubblicamente su quanto l'accordo trovato costerebbe al Regno Unito. Ciò nonostante, si è calcolato che la crescita sarebbe del 5% inferiore, in 15 anni, rispetto alle previsioni attuali. Inoltre, anche l’accordo commerciale di Johnson con gli Stati Uniti sta iniziando ad essere messo in discussione e, aumenterebbe il PIL di appena lo 0,2% a lungo termine, secondo i dati di governo.

Fonte: BBC News, Financial Times