DAVID FROST: LA GRAN BRETAGNA STABILISCE CIÒ CHE VUOLE DAI PROSSIMI NEGOZIATI

Nella giornata di ieri, presso l'Université Libre di Bruxelles, David Frost, principale negoziatore britannico sulla Brexit ha esposto i suoi obiettivi per le future relazioni del Paese con l'Unione Europea. Frost ha usato il suo discorso per respingere le cosiddette "parità di condizioni" che Parigi e altri stati membri insistono nell’imporre come struttura portante di qualsiasi accordo sulle relazioni future. Inoltre, ha affermato che la Gran Bretagna ha piena coscienza ed ha accettato il fatto che tale approccio potrebbe significare maggiori ostacoli agli scambi, ma che il paese non è spaventato da questo attrito.

Lo stesso ha in poi aggiunto che durante la prossima settimana, illustreranno in forma scritta gli obbiettivi in merito alle relazioni future, in modo più dettagliato. Il discorso riflette a pieno l'opinione di Boris Johnson, che ritiene che la maggioranza assicurata alle elezioni generali di dicembre consenta al Regno Unito di adottare un approccio più duro nei negoziati. Downing Street afferma di richiedere un accordo commerciale simile a quello che l'UE ha firmato con nazioni come Canada, Corea del Sud e Giappone. Infatti, secondo tali accordi, non viene richiesto ai paesi di attuare le normative UE nei settori quali sussidi statali e fiscalità. Inoltre, il Regno Unito si oppone fermamente all'idea di doversi impegnare a mantenere questi standard in futuro (“allineamento dinamico” con future modifiche alle norme e agli standard UE), ritienendo che molte delle normative in materia di lavoro e ambiente mirino a standard addirittura più elevati di quelli dell’Unione.

Frost ha esordito in merito: “Pensare che potremmo accettare la supervisione dell'UE sulle cosiddette questioni di parità significa non capire il punto di ciò che stiamo facendo”. La posizione presa è ben più dura della posizione negoziale proposta dalla Commissione europea, che richiederebbe alla Gran Bretagna di continuare a rispettare le regole così come sono alla fine di quest'anno. Quest’ultima ha infatti già respinto la posizione dell'UE in quanto totalmente in disaccordo con l'accordo in stile canadese che sta cercando. Per tale motivo, Bruxelles prevede che la lotta per la parità di condizioni dominerà i primi mesi di negoziati tra Bruxelles e il Regno Unito, quando inizieranno a marzo.

Infine Frost ha ribadito la possibilità di negoziare a "condizioni di tipo australiano" nel caso in cui un accordo di libero scambio non possa essere raggiunto, che equivarrebbe sostanzialmente a accordi commerciali di base dell'OMC (WTO), con tariffe. In conclusione, il capo negoziatore ha affermando che la Gran Bretagna avrà un enorme vantaggio rispetto all'UE negli anni a venire, tra cui la capacità di stabilire regolamenti per nuovi settori, nuove idee e nuove condizioni, più rapidamente di quanto possa fare l'UE. Per tale motivo, il presidente francese Emmanuel Macron si oppone all'idea che il Regno Unito possa diventare un rivale a basso costo e a bassa regolamentazione.

Domani infatti, la Francia farà uno sforzo per convincere gli altri stati membri ad inasprire i requisiti che cercheranno di imporre alla Gran Bretagna, sostenendo che il Regno Unito dovrebbe essere in linea con le norme ambientali, fiscali e del mercato del lavoro dell'UE, anche nelle evoluzioni negli anni a venire. L’obbiettivo francese è quello di giungere priprio ad un allineamento dinamico. Ma non è chiaro, per tutte le affermazioni del Primo Ministro Boris Johnson, fino a che punto il Regno Unito voglia effettivamente divergere dalle regole dell'UE dopo la Brexit.

Tuttavia, un accordo è ancora nell'interesse di entrambe le parti e questo sembra ancora essere il risultato più probabile entro la fine dell'anno.

Fonte: The Financial Times & Bloomberg