IL COSTO REALE DELLA BREXIT

Secondo un rapporto del National Audit Office, 4.4£ miliardi di sterline è l'importo minimo che il governo britannico ha speso per prepararsi alla Brexit dal voto per lasciare l'Unione europea quasi quattro anni fa. Questo valore rappresenta circa i due terzi dei 6,3 miliardi messi a disposizione dal Tesoro. Tuttavia, se l'UE decidesse di negare la cosiddetta "equivalenza" per i servizi finanziari nel Regno Unito, in gioco ci sarebbe molto di più. Ad inasprire ancora di più la questione è il fatto che la concessione all'accesso ai mercati finanziari dell'UE è una decisione unilaterale, il negoziatore Barnier ha infatti affermato: "Ci saranno dialoghi, ma nessun negoziato."

Il Regno Unito spera quindi di concludere rapidamente un accordo, ma l'UE si è impegnata a completare le valutazioni solo entro la fine di giugno e questo potrebbe comportare possibili interruzioni per le società di servizi finanziari con sede a Londra, che, senza perdere tempo, hanno invertito la rotta verso Francoforte. Nonostante questo, Mervyn King, ex governatore della Bank of England, afferma che i banchieri di Londra hanno bisogno di equivalenza, ma non con l'UE sostenendo che sia New York la vera rivale e non Francoforte, Parigi o di altri centri finanziari europei.

Dal punto di vista migratorio, secondo l'OBR (Office for Budget Responsibility - Ufficio per la responsabilità di bilancio), il regime post Brexit potrebbe portare ad una popolazione e una forza lavoro ridotta che, a sua volta, ridurrebbero la produzione potenziale, indebolendo le finanze pubbliche, colpendo cosi la crescita economica del paese aumentando il livello previsto di indebitamento. L'impatto economico del nuovo sistema di immigrazione ha portato a tensioni tra il Ministero del Tesoro e Downing Street. Mentre Boris Johnson e il Ministero degli Interni vogliono una pausa netta, il Tesoro favorisce un regime migratorio più libero, senza frontiere alla fine del 2020.

Fonte: The Financial Times & Bloomberg