IL RAPPORTO SEGRETO YELLOWHAMMER: ECCO COSA SUCCEDERÀ NEI PRIMI GIORNI DI BREXIT SENZA ACCORDO

Questa domenica da Downing Street è trapelato il rapporto segreto sull’operazione Yellowhammer, il quale rivela le probabili conseguenze che il Regno Unito potrebbe dover affrontare lasciando l’UE senza accordo. Le rivelazioni contenute nel report hanno gettato una luce apocalittica sull’intera operazione, designando un Regno Unito dove scarseggeranno farmaci, approvvigionamenti e cibo. Questo scenario non ha però modificato la situazione politica: i filo europeisti sono nel panico mentre gli euroscettici non sembrano essere turbati. Le previsioni del rapporto Yellowhammer, tuttavia, non sono buone per nessuno e i giorni successivi alla Brexit potrebbero rivelarsi molto difficili per tutti.

Ecco alcuni dei punti chiave:

Trasporti

  • Il 50-85% dei camion che attraversano la Manica potrebbe non essere pronto per la dogana francese. Nell’ipotesi peggiore, i veicoli potrebbero subire un ritardo fino a 2 giorni prima di poter attraversare il confine.

Immigrazione:

  • È probabile che l’UE aumenti i controlli sull’immigrazione alle frontiere: ciò potrebbe comportare ritardi per i passeggeri.

Sanità 

  • Un’interruzione significativa, con durata fino a sei mesi, degli scambi attraverso il Canale, potrebbe impattare la fornitura di medicinali e attrezzature mediche.

Cibo e acqua

  • La disponibilità di alcuni tipi di alimenti freschi diminuirà. Alcuni elementi della catena di approvvigionamento alimentare (quali ingredienti, prodotti chimici e imballaggi) potrebbero scarseggiare. Non si assisterà a una carenza generalizzata di cibo ma si ridurranno la disponibilità e la scelta. Inoltre aumenteranno i prezzi, con conseguenze per i soggetti economicamente deboli.
  • È probabile che i servizi idrici pubblici rimangano in gran parte inalterati, grazie alle azioni attualmente intraprese dalle compagnie idriche. Il rischio più significativo per questo settore è un fallimento nella catena di approvvigionamento dei prodotti chimici.

Irlanda del Nord

  • Una nuova frontiera potrebbe sorgere con pesanti ripercussioni sull’ordine pubblico. Il Regno Unito imporrebbe il modello "nessun nuovo controllo con eccezioni limitate" ma ciò si rivelerà probabilmente insostenibile a causa dei rischi economici, legali e di bio-sicurezza.

Proteste

  • Proteste e contro-proteste potrebbero avere luogo in tutto il Regno Unito, impegnando enormi risorse di polizia e scatenando possibili disordini nella comunità.

Carburante

  • Le tariffe rendono le esportazioni di benzina del Regno Unito verso l'UE non competitive. L'industria aveva in programma di mitigare l'impatto sui margini di raffineria e sulla redditività, ma la politica del governo del Regno Unito di fissare le tariffe di importazione di benzina allo 0% mina inavvertitamente questi piani. Ciò potrebbe comportare gravi perdite finanziarie e la chiusura di due raffinerie con circa 2.000 perdite di posti di lavoro.

Presentando una visione di porti inceppati, scarsità di cibo, proteste pubbliche e disordini diffusi, il documento sembra affermare quelle che potrebbero essere le più probabili scosse di assestamento di una Brexit no-deal, piuttosto che gli scenari peggiori. Michael Gove, ministro incaricato di coordinare i preparativi "no-deal", ha contestato tale interpretazione, affermando invece, che il documento definisce proprio gli scenari peggiori e che la pianificazione per il no-deal è stata accelerata nelle ultime tre settimane. L'ufficio del primo ministro Johnson, dichiara di non voler commentare i documenti e lo stesso Gove sostiene inoltre che si tratti di un documento ormai superato, il quale non riflette la preparazione attuale. “È il caso, come tutti sanno, che se avessimo un'uscita senza accordo ci sarebbero inevitabilmente dei problemi; ecco perché vorremmo rinegoziare", ha detto Gove "...ma è anche vero che il governo del Regno Unito è molto più preparato ora che in passato, ed è anche importante che le persone riconoscano che ciò che viene descritto in questi documenti è lo scenario peggiore che si possa verificare".

Un gruppo di oltre 100 parlamentari ha scritto a Johnson chiedendo un richiamo di emergenza del parlamento per discutere della situazione, sostenendo di essere di fronte ad un'emergenza nazionale. Il parlamento deve quindi essere richiamato in agosto e rimanere attivo fino al 31 ottobre in modo che le voci della gente possano essere ascoltate e che vi possa essere un adeguato controllo.

Johnson questa settimana sosterrà, davanti al presidente francese Macron e al cancelliere tedesco Merkel, che il parlamento di Westminster non può fermare la Brexit e che se la Gran Bretagna vuole evitare di lasciare l'UE senza accordo allora sarà necessario concordarne uno nuovo. La Merkel ha dichiarato durante una tavola rotonda presso la Cancelleria di essere pronta per qualsiasi risultato, anche un no-deal, ma in ogni caso, si impegnerà per trovare soluzioni fino all'ultimo giorno di negoziato. Johnson sta subendo pressioni da parte di tutto lo spettro politico per impedire un’uscita no-deal, con il leader dell'opposizione Jeremy Corbyn che promette di far cadere il governo per ritardare la Brexit.

Fonte: The Guardian & Reuters