INIZIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE E ANALISI DEI COSTI BREXIT

Il primo ministro Boris Johnson e il leader laburista Jeremy Corbyn stanno promettendo importanti cambiamenti politici: Johnson vuole attuare il suo accordo Brexit aprendo l’era del libero commercio e dell'autoregolamentazione; mentre Corbyn pianifica un programma di nazionalizzazione che la Confederazione dell'industria britannica avverte potrebbe costare quasi 200 miliardi di sterline. Un uomo che invece non parteciperà alle elezioni, è il leader del Brexit Party Nigel Farage, il quale domenica ha affermato che non tenterà per l’ottava volta di candidarsi in Parlamento. Anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump chiede un nuovo inizio, pur avvertendo che, così com'è, l'accordo sulla Brexit del primo ministro rende difficile stipulare un patto commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito.

Nel fine settimana, prima di entrare nel vivo della campagna elettorale, Johnson ha ammesso di essere almeno in parte responsabile per non aver mantenuto il suo impegno Brexit il 31 ottobre. L'ammissione arriva dopo un lungo periodo in cui lo stesso incolpava il Parlamento per aver contrastato il suo piano, affermando ora che le elezioni sono l'unico modo per sbloccare la situazione.

Boris Johnson aveva infatti promesso al popolo britannico che il Regno Unito avrebbe lasciato l'UE il 31 ottobre "senza se e senza ma". Proprio in merito a questo, varrebbe la pena riflettere sul totale dei costi che la pubblica amministrazione e il business britannico hanno sostenuto. Innanzitutto c'è il costo pagato da Whitehall. Nell'ultimo anno, al servizio civile è stato detto di mobilitarsi per una Brexit senza accordi il 29 marzo, il 12 aprile, il 31 ottobre e ora il 31 gennaio. Migliaia di persone sono state trasferite nella pianificazione di emergenza dovuta al no-deal. Il governo ha speso ben £ 100 milioni in una campagna di comunicazione incentrata sull’uscita del Regno Unito dall’UE il 31 ottobre. La spesa totale, ad oggi, per la pianificazione della Brexit si attesta sui £ 6,3 miliardi. Inoltre, le aziende di tutto il paese hanno speso ingenti somme per prepararsi, con scorte di emergenza, ad un no-deal che non si è verificato.

Fonti: Bloomberg & Financial Times