JOHNSON AMMETTE CHE IL REGNO UNITO POTREBBE NON CONCLUDERE UN ACCORDO COMMERCIALE CON L'UE ENTRO LA FINE DELL’ANNO

Johnson ha ammesso che ci sono poche probabilità che la Gran Bretagna possa concludere un accordo commerciale con l'UE prima della scadenza autoimposta a dicembre 2020. Il Primo Ministro, durante la campagna elettorale di dicembre, dichiarò che la possibilità di concludere un accordo non era "assolutamente nulla", ma nella sua prima importante intervista dell'anno sembra aver ammesso per la prima volta di avere dei dubbi. Ora, con molta probabilità, i suoi commenti avranno suscitato la preoccupazione nella comunità imprenditoriale, la quale teme la possibilità di un mancato accordo. Se questo accadesse, da gennaio 2021, la Gran Bretagna inizierà a commerciare con l'UE alle condizioni del WTO, con tariffe, burocrazia e probabili ritardi nei porti.

Il manifesto conservatore ha sin da principio escluso qualsiasi proroga del periodo di transizione; punto ribadito da Johnson la scorsa settimana durante l’incontro con Ursula von der Leyen. La stessa Presidente della Commissione Europea aveva avvertito che la prospettiva di concludere un accordo globale in soli 11 mesi era altamente improbabile e che entrambe le parti dovrebbero considerare la necessità di un periodo di transizione più lungo. In assenza di proroghe, von der Leyen ha affermato che l'UE sarebbe costretta a definire delle priorità, suggerendo che Bruxelles potrebbe proporre un accordo commerciale "bare bones" che copra giusto le tariffe e le quote sui beni.

Allo stesso tempo si parla di un possibile taglio del tasso di interesse. Anche se il periodo di transizione di 11 mesi non comporterà cambiamenti normativi immediati, i responsabili della BOE (Bank of England) sono sempre più desiderosi di incoraggiare le società britanniche a prendere in prestito, investire e assumere. Proprio il governatore della BOE, Mark Carney, potrebbe trovarsi a spiegare un taglio dei tassi nella sua ultima conferenza stampa il 30 gennaio, prima di consegnare le redini ad Andrew Bailey a marzo.

Secondo Marcus Ashworth di Bloomberg Opinion, ci sono molti dati economici all'orizzonte, anche se la decisione di riduzione dei tassi dipenderà da un'indagine sul Purchasing Managers Index (PMI), ossia l'Indice composito dell'attività manifatturiera del Paese, prevista per il 24 gennaio. Tale indice riflette la capacità di acquisizione di beni e servizi, tenendo conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte nel settore manifatturiero. In linea generale, un valore inferiore al 50% indica una contrazione del settore.

Fonte: Financial Times & Bloomberg