JOHNSON PERDE LA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO, IL PIANO BREXIT A BRANDELLI MENTRE SI PROFILANO NUOVE ELEZIONI

Il premier chiederà elezioni anticipate. L'opposizione e 21 ribelli Tory votano per un rinvio a gennaio 2020 e scongiurare il No-Deal.

Nella giornata di ieri, martedì 3 settembre, il governo di Johnson ha perso la maggioranza assoluta numerica che lo sosteneva alla Camera dei Comuni. Il deputato conservatore britannico Philip Lee ha lasciato i Tory per raggiungere i liberaldemocratici, proprio mentre il primo ministro stava parlando. Successivamente, Philip Lee ha spiegato: "Il governo conservatore di oggi sta perseguendo in modo aggressivo una Brexit dannosa e senza principi. Mette a rischio inutilmente delle vite e dei mezzi di sussistenza, oltre a minacciare pericolosamente l'integrità del Regno Unito. Più in generale, sta minando l'economia, la democrazia e il ruolo del nostro Paese nel mondo. Inoltre impiega la manipolazione politica, il bullismo e le menzogne. E sta facendo queste cose in modo deliberato e ponderato". 
Già nei giorni precedenti, aveva suscitato numerose polemiche la decisione di Johnson di bloccare i lavori del Parlamento fino al 14 ottobre, per impedire un ulteriore rinvio della Brexit. Nel suo intervento Johnson aveva ribadito di volere attuare la Brexit il 31 ottobre e di non essere disposto a chiedere alcun ulteriore rinvio all'Ue. 
Tuttavia, sempre nella giornata di ieri, Johnson ha iniziato le mosse per innescare una rapida elezione generale dopo aver incassato un’umiliante sconfitta sulla sua strategia Brexit. Nuove elezioni per la scelta di un nuovo governo segnerebbero il culmine del caos politico che ha travolto la Gran Bretagna negli ultimi tre anni, da quando il paese ha votato restrittivamente per lasciare l'Unione europea nel referendum del 2016. Ora, dopo solo sei settimane di lavoro, lo stesso Johnson sta vagando nel buio, con la divisione sulla questione Brexit che distrugge la sua amministrazione conservatrice.
Sei ore dopo aver perso la maggioranza, il primo test di Johnson in un voto ai Commons è terminato con una pesante e dannosa sconfitta. I membri della Camera dei Comuni hanno votato 328 a 301: un primo passo cruciale per costringere il primo ministro a ritardare la Brexit di tre mesi nel tentativo di fermare un’uscita senza accordo. Complessivamente, 21 conservatori hanno sfidato Johnson e hanno votato contro di lui, sacrificando le loro carriere in politica mentre i suoi funzionari iniziavano immediatamente a espellere i ribelli dal partito per non aver obbedito agli ordini del premier. 
Johnson ha avvertito i suoi avversari che se non si ritireranno mercoledì, andrà oltre e proverà a rompere il Parlamento per scatenare elezioni generali. Ciò che accadrà ora dipende dagli eventi in Parlamento nelle ore a venire. 
Nella giornata di oggi, gli oppositori di Johnson prenderanno il controllo dell'agenda dei Comuni e avanzeranno il loro progetto di legge che lo costringerebbe a ritardare la Brexit fino al 31 gennaio 2020. Se i Comuni voteranno per approvare la legge sul ritardo della Brexit, non ci sarà altra scelta che andare dagli elettori e chiedere loro di scegliere un nuovo governo per negoziare con l'UE in occasione di un vertice chiave il prossimo mese, ha detto Johnson. "Non voglio elezioni, il pubblico non vuole elezioni", ha detto ieri in Parlamento. Ciò nonostante, per ottenere un'elezione, Johnson avrebbe bisogno dell’approvazione dei due terzi di tutti i parlamentari della Camera dei Comuni.
Johnson insiste ripetutamente sul voler mantenere l'opzione di un divorzio no-deal sul tavolo come leva durante le negoziazioni, ma i funzionari europei affermano che il Regno Unito non ha portato idee credibili e temono che Johnson abbia un occhio sulle elezioni e voglia cercare nell’UE solamente un capro espiatorio. Johnson, che ha iniziato la giornata con 311 parlamentari e la maggioranza a suo favore, ha concluso con 289, decisamente il leader di un governo di minoranza. Per il momento non vi è in programma un voto per elezioni questa settimana ma, un sondaggio arriverà presto. 

Fonte: Bloomberg