JOHNSON PROMETTE DI “ELIMINARE I RIBELLI” CHE VOTERANNO CONTRO LA BREXIT NO-DEAL

Boris Johnson ha intensificato la guerra civile conservatrice in merito alla Brexit minacciando di eliminare alcune delle più grandi figure del partito, incluso l'ex cancelliere Philip Hammond, a meno che non lo sostengano in un voto chiave sulla Brexit martedì. Il primo ministro ha avvertito i “ribelli” conservatori che saranno banditi dalla candidatura Tory alle prossime elezioni se non appoggeranno la sua linea. Così facendo, Johnson avrebbe rinunciato alla sua esile maggioranza alla Camera dei Comuni, aumentando la probabilità di elezioni anticipate. Tuttavia, gli alleati affermano di essere pronti per le elezioni e a "schiacciare Corbyn".

Hammond, David Lidington, ex vice primo ministro e David Gauke, ex segretario alla giustizia, erano tra i circa 15 ribelli Tory che avevano in programma colloqui con il primo ministro questo lunedì. Johnson, ha però bruscamente annullato l'incontro con il gruppo di parlamentari domenica sera, mentre ha offerto ad Hammond un incontro privato, il quale ha rifiutato l'offerta. Gli stessi “ribelli” affermano: "Il comportamento tenuto dal primo ministro dimostra che questo non è un governo interessato al compromesso; vogliamo la prova che esista un tentativo sincero di ottenere un accordo ma il fatto che Johnson non sia pronto ad incontrarci suggerisce che non c’è”. Questi ultimi stanno progettando di lavorare insieme ai laburisti e ad altri partiti di opposizione per ottenere il controllo del documento degli ordini della Camera dei Comuni e quindi approvare una legge per impedire a Johnson l’uscita senza accordo il 31 ottobre.

Un rappresentante Tory ha inoltre affermato: “Martedì tutti i parlamentari affrontano una scelta semplice: votare con e per il governo e preservare la possibilità di un accordo o votare per Corbyn e distruggere ogni possibilità di accordo". Hammond ha dichiarato sabato che Johnson ha mostrato "ipocrisia sbalorditiva" minacciando di buttare fuori i parlamentari Tory che si oppongono al no-deal. L'aritmetica parlamentare di questa settimana sarà quindi molto stretta; circa 21 parlamentari Tory, compresi ex ministri del gabinetto, hanno scritto a Johnson, già il mese scorso, per opporsi ad un'uscita senza accordo, mentre un certo numero di Tories si oppongono del tutto alla Brexit.

Downing Street ha stretto il tempo disponibile per una ribellione annunciando una controversa sospensione di cinque settimane del parlamento. La minaccia di eliminare alcuni dei membri più anziani del partito conservatore è prova della trasformazione dei Tories in "Partito Brexit" da parte di Johnson e delle tattiche che è pronto a schierare per raggiungere il suo obiettivo. Michael Gove, ministro per la pianificazione no-deal, non è riuscito a escludere la possibilità che Johnson possa ignorare la legge se i parlamentari questa settimana approvassero la legislazione per impedirgli di portare la Gran Bretagna fuori dall'UE senza un accordo. Guto Bebb, deputato Tory ed ex ministro della difesa, ha dichiarato: "La volontà senza precedenti di questo governo di infrangere le regole è una vergogna per la nostra democrazia". Nel frattempo, Michel Barnier, capo negoziatore della Brexit dell'UE, ha difeso il backstop irlandese, che Johnson vuole eliminare dal trattato di recesso e ha affermato di non essere ottimista riguardo al raggiungimento di un nuovo accordo prima del 31 ottobre.

Fonte: Financial Times