JOHNSON SCONFITTO: ADOZIONE LEGGE ANTI-NO-DEAL E NO AD ELEZIONI ANTICIPATE

Il Parlamento inglese vincola il premier britannico.
Ieri sera, mercoledì 4 settembre, la Camera dei Comuni ha approvato, la legge "anti-no deal" promossa per cercare di imporre un rinvio della Brexit. A favore hanno votato 327 deputati, contro 299. Nella giornata di oggi, la legge sarà esaminata dalla Camera dei Lord. Il Parlamento ha quindi assestato un duro colpo nei confronti del primo ministro. Se entro il 19 del mese prossimo, non sarà raggiunto un accordo con l’Unione Europea, il premier dovrà chiedere a Bruxelles di spostare l’uscita almeno a fine gennaio 2020, aprendo eventualmente la strada anche ad ulteriori rinvii.
In questo modo i deputati intendono evitare il rischio di un no-deal ossia esattamente quello che Johnson non voleva. Infatti, la strategia che da diversi giorni il primo ministro sosteneva, era quella di mettere sul tavolo la possibilità concreta di un no-deal per costringere l’Europa ad accettare le sue richieste e l'adozione di una legge del genere significa privarlo di una leva cruciale per negoziare un accordo migliore con Bruxelles.
Ma anche di fronte al voto del Parlamento, Johnson non ha perso tempo ed ha richiesto elezioni anticipate il 15 ottobre, prima del vertice europeo del 17. Per l’approvazione era necessaria la maggioranza dei due terzi, maggioranza non raggiunta. La stessa richiesta, ha infatti ottenuto il consenso di soli 298 deputati. 
Tuttavia, di fronte a tale impasse Johnson potrebbe tentare l’ennesimo colpo di scena, presentando in Parlamento una legge di una sola riga, la quale chiede nuove elezioni, un provvedimento per il quale basta la maggioranza semplice. Una forzatura possibile poiché la Gran Bretagna non ha Costituzione scritta. Questi risultati rendono l’immagine di uno sgretolamento all’interno della maggioranza di governo, ma a cui il premier Tory non vuole rassegnarsi.