LA GRAN BRETAGNA E L'UE LOTTANO PER LA PARITÀ DI CONDIZIONI E SEMBRANO AVER PERSO QUALSIASI VISIONE CONDIVISA

La minaccia che l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea comporterà tariffe e barriere commerciali sarà dibattuta questa settimana dal principale negoziatore britannico sulla Brexit. David Frost ha infatti avvertito che la richiesta dell'UE che il Regno Unito continui a seguire le regole del blocco, se si vuole garantire un accordo commerciale come il Canada, è qualcosa di inaccettabile.  

La Commissione europea ha risposto alle lamentele britanniche, secondo le quali gli veniva negato un accordo commerciale standard, avvertendo il Regno Unito di non aspettarsi un accesso al mercato unico di qualità se non disposto ad accettare le regole che l'UE richiede a garanzia della concorrenza. A questo proposito, l'UE chiede che la Gran Bretagna sottoscriva una parità di condizioni di norme comuni in settori quali: diritto ambientale, politica del lavoro e aiuti di Stato. Il Regno Unito lamenta proprio che i requisiti vanno ben oltre ciò che è contenuto negli accordi che il blocco ha con altri paesi, come il Canada, ma l’UE insiste sul fatto che i casi non possono essere confrontati.

Gli ultimi interventi arrivano mentre le due parti si preparano per l'inizio formale dei colloqui commerciali a marzo. La Gran Bretagna sta sottolineando il desiderio di un accordo di libero scambio standard e l'importanza di liberarsi dalle norme UE, mentre l'UE ha rafforzato la sua opposizione. La stessa commissione europea ha osservato che ogni accordo commerciale negoziato con il resto del mondo ha un elemento di parità, ma allo stesso tempo, ogni accordo con un paese terzo dipende da un numero di differenti fattori, tra cui la distanza, il livello e l'intensità degli scambi. Le condizioni di parità quindi sarebbero comunque differenti da qualsiasi cosa l'UE abbia stipulato in altri accordi commerciali con le principali economie.

Nel frattempo, le restanti 27 nazioni del blocco hanno modificato in varie parti il mandato negoziale di Bruxelles durante una riunione mercoledì scorso. La Francia ha chiesto impegni più rigorosi per garantire le condizioni di parità che manterrebbero il Regno Unito in linea con le norme UE. Gli stessi Stati hanno in programma di far firmare, dai ministri degli Affari europei, il mandato che a quanto pare, creerà un abisso tra le ambizioni della Gran Bretagna e dell'UE.  Inoltre, la visione dell'UE sulle future relazioni è caratterizzata da un'unica struttura generale, che comprende tutto e dove la Corte di giustizia europea avrebbe un ruolo da svolgere ogni volta che si tratta di interpretare il diritto dell'UE. Tale modello è noto come un accordo di associazione. David Frost ha chiarito che la Gran Bretagna non si limita a respingere la parità di condizioni ma sta lavorando su un progetto completamente diverso per le relazioni future. Quest’ultima vuole ottenere l'accordo e poi guardare al futuro come paese sovrano indipendente. Il governo di Johnson è disposto a parlare con l'UE di questioni non commerciali, come la cooperazione in materia di sicurezza, ma ribadisce di non volere un accordo globale che lo lasci fluttuare nell'orbita dell'UE.

In altre parole, occorre trovare un sistema di risoluzione delle controversie per le relazioni future che dia a una parte abbastanza libertà, e all'altra abbastanza certezza.

Fonte: The Financial Times & Bloomberg