LA GRAN BRETAGNA VUOLE "RIPRENDERE IL CONTROLLO"

Il Regno Unito e l'UE sono sul punto di svelare i loro mandati negoziali per la prossima fase dei colloqui. I negoziati sulla struttura delle relazioni future dovrebbero infatti iniziare la prossima settimana e determineranno cosa accadrà una volta terminato il periodo di transizione.

Boris Johnson ha già avvertito di essere pronto ad abbandonare i colloqui commerciali con il blocco e sacrificare gli interessi delle imprese britanniche se Bruxelles insiste su un accordo che compromette la capacità del Regno Unito di stabilire le proprie regole. Nel frattempo a Bruxelles, i ministri dei 27 governi UE dovrebbero firmare il loro mandato, un compromesso che stabilisce parametri su questioni quali commercio, sicurezza e servizi finanziari. A Londra invece, l'argomento di discussione è stato meno su ciò che potrebbe essere concordato in futuro e più sui termini concordati nell'accordo di recesso, firmato pochi mesi fa.

Tuttavia, il Regno Unito potrebbe non dare la priorità a un accordo commerciale entro la fine dell'anno come ha annunciato il portavoce di Johnson James Slack: "L'obiettivo principale del Regno Unito nei negoziati è quello di garantire il ripristino dell'indipendenza economica e politica il 1° gennaio 2021". Sebbene la posizione negoziale sulla Brexit nel Regno Unito si sia rafforzata da quando la Gran Bretagna ha ufficialmente lasciato il blocco alla fine di gennaio, è la prima volta che Downing Street afferma esplicitamente di stare dando priorità alle questioni di sovranità rispetto alle richieste delle imprese britanniche. Proprio i gruppi di imprese stanno spingendo per un accordo che mantenga il Regno Unito strettamente allineato con l'UE dopo la fine del periodo di transizione, cosi da ridurre al minimo gli ostacoli agli scambi.

Come anticipato ieri, nella versione finale del mandato risulta chiaro ormai che il Regno Unito deve concordare una "parità di condizioni" per poter ottenere un accordo commerciale esente da tariffe. A tal proposito, nelle ultime settimane, Francia e altre capitali hanno rafforzato queste condizioni mentre lavoravano per modificare il progetto di mandato. Il ministro europeo francese, Amélie de Montchalin, ha dichiarato lunedì che Parigi non firmerà un accordo dannoso per la Francia sotto la pressione delle tempistiche.

All’opposto, gli alleati di Johnson hanno affermato che la Gran Bretagna non accetterebbe restrizioni alla capacità di discostarsi dalle norme UE e che il primo ministro è pronto a fronteggiare gli attriti commerciali come prezzo per garantire la propria autonomia normativa. In ogni caso Bruxelles ha avvertito che sorgeranno attriti indipendentemente dal raggiungimento di un accordo e, che nel caso in cui la Gran Bretagna lasciasse senza questo, scambierebbe con l'UE secondo le norme WTO, il che significherebbe tariffe, quote e notevoli pratiche burocratiche.

Fonte: The Financial Times & Bloomberg