Il Parlamento è stato sciolto, la campagna elettorale del 2019, soprannominata "elezioni Brexit", è formalmente iniziata e il destino della Brexit stessa è da ora in bilico. A Westminster si teme che il risultato possa essere inconcludente, non offrendo a nessuno una vittoria decisiva che risolverà la questione del Regno Unito. Per l'UE, quasi tutti i risultati immaginabili post 12 dicembre comportano più rischi che rassicurazioni.
Il primo ministro Johnson vuole portare avanti il suo accordo, con lo slogan: "Come with us". Dall’altro lato, il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn ha in programma di rinegoziare l’accordo con l'Unione europea e di sottoporlo ad un nuovo referendum, con in alternativa la permanenza nell’UE. Il presidente della Commissione Europea, Juncker sostiene però che la proposta di Corbyn sia irrealistica. Egli stesso ha affermato: "Non sarò in carica e spetterà alla prossima Commissione decidere se c'è spazio per un nuovo accordo, ma onestamente, non credo sia un approccio realistico”. La proposta di avviare colloqui per un nuovo accordo, metterebbe quindi a dura prova la pazienza dell'UE. Il problema principale per Corbyn, è che questa posizione rende più difficile per il suo partito entrare in qualsiasi coalizione con i democratici liberali pro-rimanenti. Il loro leader, Jo Swinson, lo ha escluso esplicitamente, affermando di non potersi fidare della sua controparte sulla Brexit. Tuttavia, il Partito Nazionale Scozzese, contrario a lasciare l'UE, sembrerebbe pronto a sostenerlo. Tutto questo evidenzia come la Brexit stia modificando le vecchie certezze politiche.
I leader dell'UE, con altri impegni a cui dedicarsi, inclusa la ricerca di un compromesso sul bilancio per il periodo 2021-2027, vogliono che il prossimo parlamento del Regno Unito ratifichi rapidamente l'accordo di Johnson. Anche se, senza una maggioranza decisiva, quest ultimo sarebbe in difficoltà e ora come ora, il supporto di altre parti o singoli parlamentari sarebbe di aiuto; ma i principali partiti di opposizione laburisti, liberaldemocratici e nazionalisti scozzesi hanno escluso il loro appoggio. Inoltre, ulteriori polemiche scoppierebbero sull'opportunità di estendere il periodo di transizione a fine anno 2020.
Nel frattempo, la Bank of England annuncerà a breve la sua decisione sui tassi d’interesse e previsioni economiche. Con l'incertezza politica e un quadro globale debole che continua a tormentare l'economia, la maggior parte degli analisti si aspetta che la banca tagli le sue prospettive di crescita e inflazione. La BOE ha attirato critiche dai sostenitori della Brexit in passato per quelle che erano previsioni troppo cupe. Dopo la conferenza stampa del Governatore Mark Carney, la banca entrerà in un periodo di quiete pre-elettorale. I funzionari rientreranno dopo il voto del 12 dicembre, quando il sostituto di Carney a gennaio sarà uno dei primi temi da affrontare da parte del nuovo governo.
Fonti: Bloomberg & Financial Times