REGNO UNITO - PRIME IPOTESI PER LA REALIZZAZIONE DI UN AUTONOMO SISTEMA DI POSIZIONAMENTO E NAVIGAZIONE SATELLITARE NAZIONALE

Dopo l'estromissione del Regno Unito dal consorzio Galileo, l'opzione di sviluppare un autonomo e equiparabile sistema di navigazione satellitare si rivela finanziariamente insostenibile per Londra. Scelta UK di acquisire l'operatore privato OneWeb (attualmente in procedura fallimentare). Rischi dell'operazione (anche sotto il profilo puramente commerciale) e limitate possibilità di un suo utilizzo a scopi militari. 
Quello del rimanere indietro nel campo della navigazione satellitare e' un'altra delle conseguenze della scelta britannica di abbandonare la UE, a cui il Governo sta cercando di porre rimedio tra evidenti difficoltà.

1. L'abbandono della UE ha comportato, tra le varie conseguenze, l'estromissione del Regno Unito dal sistema di posizionamento e navigazione satellitare europeo Galileo, proprio nel momento in cui anche altre Potenze stanno sviluppando i propri sistemi concorrenti dello statunitense GPS (la Russia con Glonass e la Cina con BeiDou di recente completamento). L'esclusione britannica nel 2018 e' stata motivata dalle criticità relative alla trattazione dei dati qualora condivisi con un paese non più membro della UE. L'uscita di UK rappresenta per il consorzio una perdita di importanti competenze tecnico-operative proprie del comparto satellitare e aerospaziale britannico, nonchè del significativo apporto fornito dal Regno Unito al budget del programma (1,4 miliardi euro). Nel contempo, alcuni importanti attori dell'industria spaziale britannica sono tagliati fuori da un progetto dalle importanti ricadute scientifiche e industriali.
2. In conseguenza di ciò, il Governo britannico aveva in una prima fase annunciato, con toni non privi di recriminazioni, di voler procedere alla costituzione di un'autonoma capacita' satellitare. A tal proposito, la UK Space Agency aveva avviato studi di fattibilità per la realizzazione di un tale sistema, valorizzando il know-how acquisto nel corso dello sviluppo di Galileo. La stima finanziaria  dell'operazione, tra i tre e i cinque miliardi di sterline, aveva fornito subito contezza dei costi esorbitanti di una tale autonoma iniziativa, creando di fatto uno stallo nelle prospettive in mano a Londra.
3. Un importante sviluppo e' giunto in questi giorni con l'annuncio del Governo Johnson di essere pronto a investire 500 milioni di sterline in OneWeb, società britannica (con operazioni anche negli Stati Uniti) specializzata nella fornitura di connessioni internet a banda larga in aree remote del pianeta, che opera una flotta di settantaquattro satelliti gia' in orbita, con diverse centinaia in programma di lancio. La mossa del Governo britannico, in consorzio con l'indiana Bharti Enteprises, si sostanzia in un'offerta complessiva di circa 1 miliardo per rilevare le attività di OneWeb, sulla quale dallo scorso marzo incombe una procedura fallimentare negli Stati Uniti (chapter 11) successivamente al rifiuto del gruppo bancario giapponese SoftBank (suo principale investitore) e di altri creditori di procedere a una iniezione di capitale aggiuntivo pari a 2,2 miliardi di dollari. In una prima fase il Governo Johnson sembrava propendere per un prestito di cinquecento milioni, optando poi per l'ipotesi di un investimento nel capitale, sia per meglio garantirsi un importante margine di influenza nelle scelte future della società che per favorire lo spostamento di parte della produzione in UK, generando cosi' ricadute occupazionali e di investimenti (attualmente i satelliti vengono prodotti in Florida, in joint venture con Airbus). Considerando la presenza di altre cordate concorrenti per l'acquisizione di OneWeb, dirimente sarà la decisione, prevista per il prossimo 10 luglio, da parte della Bankruptcy Court del Southern District of New York, competente per il caso. In caso di esito favorevole la società verrebbe controllata alla pari (con quote del 45%) dal governo britannico e Bharti Global (terzo maggiore operatore telefonico mondiale), con il rimanente 10% nella disponibilità degli attuali creditori privilegiati di OneWeb. Il Regno Unito si assicurerebbe inoltre una "golden share" che garantirebbe potestà decisive in relazione a vendita di quote e/o accesso al network satellitare. La mossa britannica offrirebbe al paese un posizionamento strategico nel segmento, in rapidissima crescita, delle applicazioni spaziali per finalità commerciali. Le capacita' e le applicazioni dei satelliti a bassa orbita (LEO - Low Earth Orbit) saranno infatti fondamentali nell'immediato futuro per l'operatività di una serie di tecnologie prossime allo sviluppo di massa come, ad esempio, il comparto dei veicoli a guida autonoma. La mossa appare inoltre funzionale, almeno sulla carta, alla velocizzazione del progetto di posizionamento e navigazione, dato che esso potrà riposare su una flotta funzionale e gia' operativa di satelliti che fungerebbe da base per lo sviluppo futuro di un più completo sistema.
4. Il progetto in parola e' un'iniziativa che sicuramente taglierebbe di molto gli oneri per l'ambizione britannica a dotarsi di una propria autonoma capacita' di navigazione satellitare ma, fanno notare gli esperti, la validità tecnologica e la sostenibilità economica dell'operazione rimangono tutte da dimostrare, oltre a non essere risibili le ulteriori risorse economiche da investire in ricerca e sviluppo. Il punto chiave, tuttavia, e' rappresentato dall'interoperabilità di tale sistema con quelli in dotazione agli alleati e, soprattutto, l'applicazione dello stesso a usi militari (possibile, ma con funzionalità limitate). I sistemi di navigazione satellitari per scopi militari, infatti, pur poggiando sulla stessa rete di satelliti in orbita, sono - per esigenze di precisione, affidabilità, sicurezza e resilienza - tali da richiedere investimenti faraonici, ben superiori a quelli necessari per scopi civili. Allo stato attuale, solo le superpotenze o consorzi di paesi possono sostenere simili investimenti. Oltre a tali perplessità di natura tecnica, che fanno sollevare dubbi sulla validità del progetto in funzione degli obiettivi e politici e le ambizioni di potenza di Londra, non mancano le critiche, da parte di alcuni esponenti politici e osservatori, per la modalità con la quale prende forma l'operazione (il salvataggio, con soldi pubblici, di un'azienda sull'orlo del fallimento) e per le incognite intrinseche all'ingresso in un settore, quello delle attività spaziali a fini commerciali, notoriamente costellate di rischi e fallimenti.


COMMENTO
La vicenda sembra essere l'ultima delle conseguenze non previste (o si potrebbe dire dei rischi non calcolati, senza alcuna disamina reale di costi e benefici) di Brexit. Realizzare una politica alternativa al progetto europeo in tema di navigazione satellitare, peraltro in tempi piuttosto rapidi, si sta rivelando essere un percorso non facile. La prospettata opzione di acquisire un'azienda in stato fallimentare (al di la' dell'opportunità in termini di costi, laddove si sia in presenza di una tecnologia delle forti potenzialita') suscita molte perplessità. Si rivela nei fatti una scelta di ripiego per non essere tagliati fuori del tutto dalla corsa alla navigazione satellitare, una volta constatata l'impossibilita' di costruire un sistema autonomo nazionale equiparabile a quelli esistenti e strumentale alle ambizioni del progetto di Global Britain.

 

Fonte: Ambasciata Italiana a Londra 

Redazione: Caggiano / Carnelos