RIMODELLAMENTO DEGLI SCENARI POLITICI: DERAGLIAMENTO BREXIT

I negoziatori dell'UE e del Regno Unito avrebbero dovuto completare, questa settimana, due intensi cicli di negoziati ed essere pronti per un terzo; invece, la pandemia ha limitato entrambe le parti: Michel Barnier, principale negoziatore dell'UE, è risultato positivo al virus e David Frost, negoziatore del Regno Unito, si è auto-isolato all'inizio di questo mese dopo aver sviluppato lievi sintomi. Anche i tentativi di ristabilire i negoziati, via teleconferenza, sono stati ostacolati dalla vastità dei colloqui, che coinvolgono più di cento funzionari per parte.

Allo stato attuale, la Gran Bretagna uscirà dal mercato unico e dall'unione doganale alla fine di quest'anno, quando scadrà il periodo di transizione. Senza un accordo sulle relazioni future, il Regno Unito negozierebbe con il resto del mercato alle condizioni dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO).

Sebbene lunedì il Partito popolare europeo ha esortato il Regno Unito a chiedere una proroga, il Primo Ministro britannico ha chiarito di non avere intenzione d’invertire la rotta. Tuttavia, i funzionari di entrambe le sponde sanno che un'estensione è, ad oggi, l’unica soluzione possibile.

Da ricordare che un periodo di transizione più lungo significherebbe anche più soldi britannici per l'UE, qualcosa che potrebbe aiutare a sbloccare un accordo tra i governi dell'UE sul prossimo bilancio settennale del blocco; argomento divenuto ancora più importante data la crisi. Il contributo netto medio del Regno Unito al bilancio dell'UE durante gli ultimi anni è stato di quasi 9 miliardi di sterline l'anno.

Unica certezza per il momento è la scadenza di fine giugno, entro la quale la Gran Bretagna può chiedere una proroga (fino a due anni) all’UE, successivamente, tale possibilità non sarà più valida.

Fonte: The Financial Times