UK - primi timidi passi per il rientro al lavoro. Dati ufficiali confermano il tracollo economico per il primo trimestre dell’anno.

UK prova a rimuovere talune restrizioni per le attività lavorative. Ma le linee guida pubblicate per il rientro al lavoro lasciano aperti molti interrogativi. Critiche da parte dell’opposizione e soprattutto dei sindacati. Anche in tema di trasporti pubblici, non mancano elementi contraddittori. Ulteriore estensione della cassa integrazione fino ad ottobre. I primi dati economici ufficiali relativi al primo trimestre dell’anno certificano un crollo delle attività maggiore del previsto.

1. La pubblicazione da parte del Governo britannico di linee guida finalizzate a indirizzare la nuova fase di ripresa delle attività produttive non sembra al momento offrire significativi elementi di chiarezza per gli addetti al lavoro, lasciando indeterminati molti aspetti e aprendo nuovi interrogativi.

La strategia britannica per la ripartenza del sistema economico, dominata complessivamente da un approccio cauto in considerazione dell'andamento ancora intenso dell'epidemia, sembra infatti dettagliare in modo insufficiente le misure specifiche per consentire la riapertura di molte attività. Dubbi restano circa le misure specifiche da adottare sui luoghi di lavoro e per gli aspetti connessi quali ad esempio la gestione del trasporto pubblico.

2. La ripartenza, nelle intenzioni del Governo, dovrà essere graduale e modulata. Il principio generale è ispirato al criterio "you should work from home if you can, and only go to work if you must”, aprendo quindi alla ripresa di quei settori (manifatturiero e costruzioni, in particolare) per le quali la modalità di telelavoro è incompatibile.

Le linee guide, e qui si appuntano molte delle critiche da parte dell’opposizione e dei sindacati, non sembrano tuttavia contenere sufficienti elementi di chiarezza, riferendosi in modo piuttosto generico su temi chiave per le imprese quali l’utilizzo del personale strettamente essenziale alla produzione, lo scaglionamento e la gestione delle turnazioni, le misure di igiene e sanificazione, il distanziamento fisico. Circa l’utilizzo dei dispositivi di protezione, evidentemente indispensabili per molte figure professionali, vengono fatte notare - da parte dei rappresentanti dei lavoratori e delle stesse imprese - le difficoltà di approvvigionamento. È evidente quindi che le linee guida prodotte dovranno essere raffinate e meglio dettagliate in numerosi aspetti. 

Quanto ai settori della ristorazione (ristoranti, pub, caffè, bar, etc.), del commercio negli ambiti non essenziali, della cura della persona e delle attività ricreative, questi esercizi restano al momento chiusi e una riapertura potrebbe essere preventivata, nelle migliori intenzioni, a partire dal 4 luglio prossimo.

Con riferimento ai trasporti, viene incoraggiata, su base volontaria, la riduzione al minimo degli spostamenti, l'utilizzo di modalità alternative al trasporto pubblico (biciclette, camminare, automobile, ecc.) e laddove possibile l’opzione per fasce orarie di maggior richiesta. Al fine di ridurre la pressione sul traporto pubblico, soprattutto nelle aree metropolitane maggiori, cruciale risulterà l'organizzazione delle attività lavorative su turni maggiormente scaglionati.

3. Il Cancelliere Sunak ha ieri annunciato che il Coronavirus Job Retention Scheme (CJRS), strumento di emergenza omologo alla cassa integrazione straordinaria, verrà ulteriormente prolungato fino a ottobre (era già stato portato da tre a quattro mesi). La decisione rivela le poche illusioni che il Governo nutre su un rapido ritorno alla normalità e su una ripresa economica significativa nel terzo trimestre dell’anno. Tale estensione verrà comunque modulata con riduzioni selettive (ad esempio per prestazioni lavorative part-time) e differenziazioni a seconda che un comparto economico sia stato più o meno colpito dalla crisi.

Nel frattempo giungono dati molto preoccupanti sull’andamento economico, che certificano un peggioramento di maggiore magnitudo rispetto alle previsioni di alcune settimane fa. L’Ufficio nazionale di statistica rileva (ed è la prima rilevazione ufficiale che non sia di carattere previsionale) una contrazione del 2%, risultato che segue una crescita praticamente zero nell’ultimo quarto del 2019. Il dato crea sconcerto soprattutto considerando che il Regno Unito ha adottato misure limitative sui movimenti e le attività produttive con sensibile ritardo rispetto ad altri paesi europei. In altri termini, la brusca frenata va quasi interamente ricondotta al solo mese di marzo e praticamente a una sola settimana di lockdown. Si tratta di una performance che non promette nulla di buono per il secondo quarto dell’anno.

Fonte: Massimo Carnelos - Consigliere per gli affari economici e commerciali

Alessandro Motta Minister, Deputy Head of Mission

Ambasciata d'Italia Londra