UNA BREXIT NO-DEAL INFLUENZEREBBE RADICALMENTE L'AMBIZIOSA AGENDA DI JOHNSON

I bisogni urgenti dovuti all'emergenza post Brexit no-deal accentrerebbero tutte le risorse e l’attenzione. Johnson ha iniziato la sua prima settimana a Downing Street accelerando la pianificazione per una possibile Brexit senza accordo prevista il 31 ottobre, con oltre 1 miliardo di sterline messe a budget per i preparativi. Nel fine settimana, ha esortato una serie di ministri di gabinetto a parlare prioprio dei “preparativi” alla Brexit, chiarendo che il Regno Unito non accetterà alcun accordo a meno che i leader dell'UE non sostituiscano il backstop irlandese.

L’Institute for Government (IfG), nel suo ultimo rapporto, prevede che l'unione dello stesso Regno Unito sarebbe sottoposta ad una "pressione senza precedenti" in caso di uscita senza accordo, con l'Irlanda del Nord più colpita. Il rapporto delinea anche un futuro incerto per Boris Johnson, suggerendo che qualsiasi cosa diverga dalla Brexit verrebbe messa in ombra. Un segno di incertezza che Johnson dovrà affrontare è quanto affermato dal proprietario di Vauxhall, casa automobilistica, il quale ha avvertito domenica si essere pronto a chiudere lo stabilimento di Ellesmere Port, con la perdita di 1.000 posti di lavoro, se la Brexit rendesse lo stesso non più redditizio.

"Il no-deal è un passo verso l'ignoto: i  prossimi 100 giorni di lavoro del primo ministro saranno ancora più imprevedibili dei suoi primi giorni", afferma il rapporto, aggiungendo quello che è ormai noto, ossia che l'UE difficilmente accetterà di negoziare eventuali accordi collaterali per attenuare l'impatto. Al posto di una “carica all’economia” come suggeriva Johnson, sarà invece molto probabile che il governo si troverà occupato a fornire denaro e sostegno a imprese e industrie che non si sono preparate o sono state colpite duramente dalla Brexit. Nessuno può prevedere in che modo il paese, le imprese e gli elettori reagiranno al no-deal. Alcuni tra i maggiori e potenziali scontenti giungeranno da problemi che non sono stati previsti. Johnson, in preparazione al no-deal, ha delineando un nuovo "comitato per le operazioni quotidiane", con incontri mattutini per concordare azioni, prendere decisioni e risolvere problemi. Altri due comitati Brexit sono stati costituiti, uno riguardante l’economia e il commercio che si riunirà regolarmente e un comitato bisettimanale sulle strategie di uscita.

Johnson è stato invitato dai sostenitori della linea dura a procedere per una Brexit senza accordo, senza ricercare negoziazioni per modifcare l’accordo precedente, passando direttamente ai colloqui per un accordo di libero scambio. Tuttavia, i principali ex ministri di gabinetto, tra cui Philip Hammond, David Gauke e Rory Stewart, si stanno preparando alla battaglia per assicurarsi che il Parlamento abbia voce in capitolo sulla forma di uscita del Regno Unito dell’EU. Il rapporto IfG afferma poi che, gli sforzi di emergenza di Johnson, ora guidati da Cummings e Gove, prosciugheranno gran parte della capacità del governo. Nel rapporto si legge: "Accordo o no, i ministri hanno bisogno di tempo, capacità e capitale politico da spendere per le loro priorità, una crisi dovuta alla Brexit potrebbe sommergere gli sforzi”.

La Brexit preoccuperà anche il lavoro della pubblica amministrazione per gli anni a venire. Infatti, entro l'autunno ci saranno almeno 16.000 funzionari che lavoreranno per la Brexit e il numero potrebbe aumentare. Inoltre, nelle prossime settimane, l'intero governo passerà alla pianificazione vera e propria, con migliaia di dipendenti pubblici trasferiti in centri operativi no-deal. Il rapporto termina suggerendo che proprio in autunno potrebbe essere necessaria la delineazione di un nuovo budget d'emergenza Brexit. Un secondo rapporto della Confederazione dell'Industria britannica afferma, come sostenuto da molti ormai, che né il Regno Unito né l'Unione Europea sono pronte per il no-deal.

Fonte: Metro Newspaper & The Guardian