Con il fine di eliminare gli scarti tessili attraverso un modello di economia circolare che generi un contributo sociale, Ecocitex ha lavorato nella produzione di copriletti, coperte, pochette, berretti, cuscini, ecc. Oggi, questo progetto è focalizzato nella raccolta di fondi per la ricostruzione della loro fabbrica. Un incendio ha distrutto la fabbrica di Ecocitex, situata a Macul, dove c'era un negozio e sette macchine industriali utilizzate per trasformare capi di abbigliamento usurati in filati di tessuti riciclati. Si tratta di una delle iniziative più innovative in Cile volte ad eliminare gli scarti tessili. Come questa, ci sono diverse imprese che puntano a dare una seconda opportunità ai capi di abbigliamento e addirittura a creare nuovi prodotti a partire dai rifiuti. L'interesse nasce da un problema diffuso a livello mondiale: la moda è tristemente famosa per essere la seconda industria più inquinante. Rappresenta circa il 10% delle emissioni globali di gas serra; la produzione di una maglietta di cotone richiede circa 10.000 litri d'acqua; la tintura e il trattamento dei tessuti generano fino al 20% dell'inquinamento delle acque industriali... per citarne alcuni degli effetti. Grandi negozi, ad esempio, hanno promosso in Cile strategie di raccolta di abbigliamento usato o usurato in cambio di uno sconto per il prossimo acquisto. Inoltre, sui loro siti web, hanno incluso la commercializzazione di abbigliamento di seconda mano. Beneficenza Nel 2017, il modello dei negozi solidali è arrivato in Cile attraverso Coaniquem, che cercava di aumentare le entrate per finanziare le riabilitazioni completamente gratuite che ricevono i suoi pazienti ustionati. Oggi, Coaniquem Store conta 23 negozi in tutto il paese e riceve circa 1.900.000 unità donate all'anno. Solo nel 2022 hanno commercializzato 1.150.686 unità tessili, evitando il consumo di 2.301 milioni di litri d'acqua. (ICE SANTIAGO)

Fonte notizia: El Mercurio