La performance dell'agroalimentare ha fatto sì che la Confederazione Nazionale dell'Industria (CNI) alzasse le previsioni di crescita economica per quest'anno. Secondo il Rapporto mensile del 2° trimestre, pubblicato giovedì 12/07 dall'ente, la stima è passata dall'1,2% di aprile al 2,1% di luglio.Secondo le stime del CNI, mentre l'agricoltura dovrebbe crescere del 13,8% quest'anno - trainata dalla produzione alimentare record - l'industria dovrebbe espandersi solo dello 0,6%. Anche la performance del settore industriale presenta delle disuguaglianze: l'industria delle costruzioni crescerà dell'1,5%, ma l'industria manifatturiera - che risente degli alti tassi di interesse - dovrebbe ridursi dello 0,9% nel 2023.Per quanto riguarda l'inflazione, il CNI prevede che l'Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo (IPCA) - utilizzato come indicatore ufficiale dal governo - chiuderà l'anno al 4,9%, contro una precedente stima del 6%. Secondo l'organizzazione, il rallentamento contribuisce a ripristinare il reddito medio reale delle famiglie e a recuperare il potere d'acquisto e i consumi. Per quanto riguarda i tassi di interesse, la confederazione stima che il Selic terminerà il 2023 all'11,75% annuo, scendendo di due punti percentuali rispetto all'attuale 13,75%. Per quanto riguarda il tasso di cambio, l'ente prevede che il dollaro commerciale raggiungerà la fine dell'anno a R$ 4,90 , contro una precedente previsione di R$ 5,35.L'avanzo della bilancia commerciale previsto (esportazioni meno importazioni) per quest'anno è passato da USD 55,7 a USD 62,4 miliardi. Per quanto riguarda i conti pubblici, l'ente ha mantenuto la proiezione di un deficit primario (risultato negativo senza interessi sul debito pubblico) pari all'1,1% del prodotto interno lordo. (ICE SAN PAOLO)

Fonte notizia: CIMM