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24 Settembre 2023

Camerun - Gabon - Repubblica Democratica Congo (ex Zaire) - Angola

AFRICA: NETTO CALO DEI PRESTITI DALLA CINA, RAPPORTO

Roma – Sono decisamente diminuiti i finanziamenti dalla Cina all’Africa, nel 2022, anno in cui hanno raggiunto il livello più basso dal 2004. Lo evidenzia il grafico dedicato ai prestiti cinesi nel periodo 2000-2022 del nuovo rapporto del Global Development Policy Center, un think tank collegato all’Università di Boston, negli Stati Uniti.Il documento stima che dal 2000 al 2022, 39 istituti di credito cinesi abbiano fornito 1.243 prestiti per un totale di 170,08 miliardi di dollari a 49 governi africani e sette istituzioni regionali.Per gli anni 2021 e 2022 messi insieme, il database Cinese loans to Africa (Cla) ha registrato un totale di 16 nuovi impegni di prestito per un valore di 2,22 miliardi di dollari da parte di istituti di credito cinesi a mutuatari governativi africani, il che significa due anni consecutivi di prestiti all’Africa inferiori a 2 miliardi di dollari.Il rapporto ritiene che il calo del valore dei prestiti concessi dalla Cina all’Africa dimostra che Pechino si sta allontanando dal finanziamento di grandi progetti infrastrutturali nel continente, dove sempre più Paesi soffrono il peso del debito.Intitolato “A New State of Lending: Chinese Loans to Africa”, il rapporto rappresenta un aggiornamento del database China Loans to Africa (Cla), un progetto interattivo gestito dal Global Development Policy Center, che ha monitorato gli impegni di prestito da parte del settore pubblico, di banche commerciali,  ed enti pubblici cinesi ai governi africani, alle imprese statali del continente e alle istituzioni multilaterali regionali dal 2000.Nel 2022 l’importo medio dei prestiti concessi da Pechino ai Paesi del continente è diminuito rispetto all’anno precedente. Durante lo scorso anno, Pechino ha concesso all’Africa nove prestiti per un totale di 994,48 milioni di dollari, rispetto ai sette prestiti per un totale di 1,22 miliardi di dollari nel 2021.Il calo del valore dei prestiti cinesi negli ultimi due anni non si spiega solo con l’impatto della pandemia di coronavirus, ma anche con il fatto che la Cina si sta allontanando dal finanziare grandi progetti infrastrutturali nel continente, dove sempre più Paesi stanno soffrendo il peso del debito. Entrano in gioco anche altri due fattori: la rifocalizzazione di Pechino sulle sue priorità nazionali e l’adozione di un nuovo approccio all’iniziativa “Nuove Vie della Seta” basato su progetti più piccoli, di migliore qualità e più rispettosi dell’ambiente (Green, small and beautiful).Il rapporto indica in questo contesto che queste tendenze dovrebbero continuare negli anni a venire, con meno prestiti per un valore superiore a 500 milioni di dollari e più prestiti per un valore inferiore a 50 milioni di dollari destinati a progetti con un migliore impatto sociale e ambientale.Nel corso degli anni 2021 e 2022, la Chinese Export-Import Bank of China (China Eximbank) è rimasta il principale finanziatore in Africa, concedendo nove dei 16 prestiti registrati in quel periodo per un importo di 1,42 miliardi di dollari.La China Development Bank (Cdb) non ha concesso alcun prestito nel 2021, ma ha concesso un piccolo prestito di 14,74 milioni di dollari nel 2022. Altri importanti istituti di credito includono Bank of China (Boc), China National Aero-Technology Import and Export Corporation (Catic), la China Società commerciale di costruzioni navali (Cstc).Senegal, Benin, Costa d’Avorio, Angola, Uganda, Ghana, Ruanda e Repubblica Democratica del Congo (RDC) sono stati i principali mutuatari nel 2021 e nel 2022. Questa composizione dei mutuatari è diversa da quella degli anni precedenti, poiché i Paesi dell’Africa occidentale come Senegal, Benin e Costa d’Avorio hanno preso in prestito per la prima volta una quota significativa in valore.Anche la distribuzione settoriale dei prestiti cinesi ai paesi africani negli ultimi due anni mostra importanti cambiamenti rispetto agli anni precedenti. Con il 45% del totale dei prestiti, il settore dei trasporti ha preso il primo posto rispetto a quello dell’energia. Seguono i settori dell’ambiente (21%), delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (12%), dell’istruzione (10%) e della difesa (6%). Nessun prestito ha riguardato il settore energetico (ICE LUANDA)


Fonte notizia: www.infoafrica.it - e stampa locale