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3 Ottobre 2023

Argentina

ARGENTINA: AUMENTO DEI TASSI IN USA FA SCAPPARE INVESTITORI ESTERI

Gli investitori esteri riducono l'esposizione alle obbligazioni globali argentine: a giugno è scesa al 23,3% dal 25,2% che detenevano fino a marzo. I dati emergono dal rapporto INDEC (Istituto Nazionale di Demografia e Censo) sul debito estero per il secondo trimestre, un periodo caratterizzato dal rimbalzo dei prezzi della carta interna, in linea con un contesto internazionale positivo. Nel terzo trimestre l'uscita degli investitori esteri avrebbe dovuto continuare a diminuire visto l'impatto negativo che ha avuto il risultato del PASO sul mercato finanziario. I tre terzi hanno contribuito ad una maggiore incertezza politica, alla quale si è aggiunto lo smantellamento delle posizioni dei fondi nordamericani nei mercati emergenti. “La posizione ponderata degli investitori non residenti in titoli Globales si è attestata al 23,3%, leggermente al di sotto del 25,2% della fine del primo trimestre. Il caso più notevole è stato GD30. Qui, gli investitori locali hanno ridotto le loro quote dal 36,2% al 32,4% in un solo trimestre”, ha osservato nel suo ultimo rapporto Portfolio Personal Investments (PPI). “Nei mesi di maggio e giugno, il debito argentino ha registrato una performance eccezionale nell’universo del debito emergente e in difficoltà. In effetti, il prezzo medio ponderato in dollari è aumentato del 14,7% rispetto ai fondi dei mercati emergenti, che sono rimasti praticamente neutrali, nello stesso periodo di tempo. È anche interessante notare che le partecipazioni di non residenti in AL30 hanno raggiunto un massimo post-ristrutturazione del 27,4%, che ha coinciso con l’aumento del differenziale legislativo. Molti investitori non locali scommettono cioè sulla compressione dello spread legale nel secondo trimestre, che aveva raggiunto un livello relativo del 31,33% tra GD30 e AL30 e ora si aggira intorno al 16%", ha aggiunto il PPI. Anche per quanto riguarda gli investimenti nei mercatiemergenti l’ultimo trimestre dell’anno non è iniziato bene. Il tasso a 10 anni negli Stati Uniti è nuovamente aumentato, raggiungendo circa il 4,65% annuo. Oggi, gli operatori di New York dovranno digerire i dati sull’occupazione nell’economia nordamericana mentre si preparano per il tradizionale rapporto mensile sull’occupazione che verrà pubblicato questo venerdì. Il tasso a 10 anni ha iniziato il 2023 al 3,5% annuo per puntare a chiudere l’anno più vicino al 5%, il che logicamente produce un deflusso di fondi dai paesi emergenti. (ICE BUENOS AIRES)


Fonte notizia: Giornale EL CRONISTA COMERCIAL 03/10/2023