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6 Ottobre 2023

Giappone

GIAPPONE: DAL 1° OTTOBRE NUOVE REGOLE PER LO “STEALTH MARKETING”

Dal 1° ottobre in Giappone è diventato illegale utilizzare il marketing occulto (“Stealth marketing”) con pubblicità sommerse. La Consumer Affairs Agency ha vietato questa pratica in base alla “Legge contro sovrapprezzi ingiustificati e dichiarazioni ingannevoli”.A fronte del recente aumento dell’utilizzo di promozioni e pubblicità occulte, soprattutto sui social media, è emersa la necessità di garantire ai consumatori la possibilità di scegliere volontariamente e razionalmente prodotti e servizi migliori.I consumatori sono consapevoli che i contenuti di pubblicità e promozioni da parte delle aziende possano esagerare e ne tengono conto nelle loro scelte. Se, tuttavia, non sanno che si tratta di una pubblicità o di una promozione, possono erroneamente percepirla come l'opinione di una terza parte estranea al marchio/azienda oggetto della comunicazione e per loro diventa impossibile scegliere prodotti e servizi in modo indipendente e razionale.Un classico esempio è quello degli influencer che, invitati dalle aziende a raccomandare i loro prodotti, lo fanno spesso sostenendo di non avere alcun rapporto con le aziende stesse.Dall’entrata in vigore della nuova normativa si richiede che le pubblicità riportino chiaramente parole come "annuncio pubblicitario" o "promozione" per distinguerle dal marketing occulto.La nuova normativa riguarda non solo le visualizzazioni su Internet (ad esempio, post sui social network, post di recensioni), ma anche quelle su giornali, radio, riviste, televisione ecc.Solo le imprese sono soggette alla “Legge contro sovrapprezzi ingiustificati e dichiarazioni ingannevoli”. La normativa si applica alle aziende che forniscono beni e servizi mentre i terzi, come gli influencer non vi sono soggetti.Sono esclusi i contenuti non pubblicitari, come le opinioni personali, e quelli che possono essere chiaramente identificati come pubblicità, come gli spot televisivi. (ICE TOKYO)


Fonte notizia: NHK, Comunicato Consumer Affairs Agency