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12 Ottobre 2023

Argentina

ARGENTINA: LA SOGLIA DELLA POVERTÀ HA SUPERATO I 300.000 PESOS

Il paniere della povertà familiare ha superato la soglia dei 300.000 pesos. Nel mese di settembre, a causa del forte aumento dei prezzi dopo la svalutazione del peso ufficiale, il paniere di povertà di una famiglia tipo (coppia sposata con 2 figli minorenni) è passato da 282.453 pesos a 322.275 pesos, con un incremento del 14,1%. Sommato all'aumento del 13,14% di agosto, totalizza il 29,1% in soli 2 mesi. D'altra parte, a causa dell'impennata dei prezzi dei generi alimentari, in particolare carne, pane, frutta e verdura, la soglia di indigenza ha registrato un aumento maggiore, pari al 16,6%: è passata da 158.669 pesos a 185.044 pesos. Allo stesso tempo, per essere considerata classe media, la famiglia tipo doveva avere un reddito superiore a 491.217 pesos a settembre, escluso l'affitto. Se si aggiunge un modesto affitto al paniere della povertà familiare (322.275 dollari), una famiglia tipo avrebbe bisogno di più di 400.000 pesos per non essere povera. I dati provengono dalla Direzione di Statistica e Censimenti della Città di Buenos Aires, da cui emerge che rispetto a un anno fa la soglia di indigenza per una famiglia tipo è aumentata del 163,5% (185.044 pesos contro 70.234 pesos di settembre 2022). E la soglia di povertà si è innalzata del 150,1% (da 128.838 pesos a 322.275 pesos). In entrambi i casi si tratta di un aumento superiore all'inflazione media annuale, che è stata del 140,9%. I principali aumenti del paniere alimentare di settembre provengono dalla frutta (28,6%), dalle carni e derivati (16,8%), dal pane e cereali (12,4%), dagli ortaggi, tuberi e legumi (10,5%) e dal latte, latticini e uova (10,8%). Da parte loro, in 12 mesi, tutti i prodotti alimentari hanno totalizzato un aumento a tre cifre. In media, su base annua, gli aumenti degli alimentari sono stati del 147,8%, così suddivisi: pane e cereali, +125,6%; carni e derivati +149,4%; pesce +152,3%; latte, latticini e uova +146,8%; oli, burri e altri grassi +120,1%; frutta +197,6%; ortaggi, tuberi e legumi +141,0%; zucchero +154,3%, bevande analcoliche +128,5% e altri alimenti +133,6%. Di conseguenza, l’aumento dei prezzi ha colpito più duramente le famiglie a basso reddito, che destinano il 100% del loro magro reddito al cibo. Questi valori spiegano che l’indigenza e la povertà continuano a crescere perché, pur mantenendo i livelli occupazionali, i lavori precari si concentrano nei settori informali, con redditi più bassi e anche perché gli aumenti salariali e le cosiddette “compensazioni” sono stati tardivi e inferiori a l’aumento dei prezzi. (ICE BUENOS AIRES)


Fonte notizia: Giornale CLARIN 1O/10/2023