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24 Ottobre 2023

Francia

MODA E LUSSO: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA DI FRONTE A PROBLEMI ETICI E

Dobbiamo avere paura dell’intelligenza artificiale generativa? Come usarla in modo etico? Le creazioni generate da questo processo si possono proteggere oppure no? Che dire delle fonti sfruttate in questo procedimento? Invitati alle tavole rotonde organizzate su questo tema dalla Fédération de la Haute Couture et de la Mode (FHCM, l’organo di governo della moda francese) durante il Festival di Hyères il 14 ottobre scorso, i relatori dei ventiduesimi Incontri Internazionali della Moda hanno cercato di dare risposte a queste domande. Preoccupazioni che toccano sempre di più marchi e case di moda, mentre l’intelligenza artificiale generativa si sta sviluppando in modo esponenziale da quasi un anno, intorno a un quadro giuridico quasi inesistente. L’affascinante dibattito non è stato necessariamente rassicurante, perché il percorso per creare un quadro normativo attorno a questo nuovo strumento tecnologico dirompente si rivela complesso. Bruxelles è in procinto di decidere sulla regolamentazione in questo settore. Adottata in prima lettura dal Parlamento Europeo nel giugno 2023, l’AI Act si preannuncia come la prima legge di questo tipo al mondo. Proposta dalla Commissione Europea, è attualmente nella fase finale della discussione tra Consiglio e Parlamento Europeo per determinare una posizione comune. “Si tratta di un’armonizzazione, è l’insieme delle regole che deve essere armonizzato a livello europeo per garantire sia che le tecnologie di intelligenza artificiale siano sicure, sia che rispondano ai valori europei, e che possano anche favorire e promuovere l’innovazione”, spiega Eric Peters, vice capo dell’unità responsabile della Strategia del Decennio Digitale 2030 presso la Commissione Europea. “Il nocciolo della proposta è in primo luogo quello di vietare per queste tecnologie un certo numero di finalità che non sono appropriate, ad esempio il sistema di crediti sociali istituito dalla Cina, e in secondo luogo di mettere in evidenza un certo numero di tecnologie o scopi che sono ad alto rischio e per i quali ci saranno obblighi che garantiranno che i rischi siano ben controllati”, riassume Peters. L’idea è quella di regolamentare in modo più rigoroso l’utilizzo dell’IA generativa con obblighi di trasparenza e limiti per i modelli tecnologici considerati a rischio. “La legge verrà probabilmente adottata nel 2025 e applicata nel 2026, mentre dobbiamo occuparcene adesso. Come verrà applicata, come verranno attuati i controlli? Sono temi ancora aperti su cui dobbiamo riflettere con molta precisione. Possiamo lasciarci sopraffare rapidamente dall’aspetto creativo, ma l'importante è affrontare la questione nella sua realtà”, osserva Laurence Devillers, professoressa di intelligenza artificiale all'Università della Sorbona/CNRS. La studiosa ha raccontato un aneddoto, che dice molto sulle problematiche da affrontare attualmente. Mentre era stata invitata a partecipare a un comitato sull'etica dell'intelligenza artificiale e si aspettava di incontrare principalmente degli scienziati, si è trovata “di fronte a tutti i principali player delle big tech provenienti da Cina e Stati Uniti, che volevano frenare l’adozione delle norme”. La ricercatrice ha messo in guardia sull'entusiasmo che si è creato negli ultimi mesi intorno a queste nuove tecnologie: “Dobbiamo denunciare il mito dell'intelligenza artificiale generativa. Nella maggior parte dei sondaggi, le persone vedono la macchina come un'autorità. Dobbiamo fermare e invertire questa convinzione, essere critici. Le big tech vogliono spaventarci per non farci prendere nessun provvedimento, sostenendo che si tratta solamente di macchine, che non hanno né la nozione di cronologia né di spazio. L'intelligenza artificiale non è in grado di avere i sensi. Certo, sono strumenti formidabili, ma occorre sapere come usarli”. E la professoressa s’interroga sul futuro e sull'impatto dell'AI: “Con la generazione di dati sintetici ci sono conseguenze importanti. Quando domani arriveremo all'80% di dati artificiali, cosa faremo delle conoscenze originali, che già abbiamo?”. (ICE PARIGI)


Fonte notizia: YP FashionNetwork Italia 24/10/2023