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16 Novembre 2023

Cuba

LE MPMI APPROVATE DAL MINISTERO DELL'ECONOMIA SUPERANO LE 9.000

Altri 55 sono stati avvisati questo venerdì. Secondo i dati ufficiali, il settore impiega oltre il 15% dei lavoratori del paese e contribuisce per poco meno del 14% al PIL.Il Ministero dell’Economia (MEP) ha notificato questo venerdì l’approvazione di altri 55 micro, piccole e medie imprese (MPMI) a Cuba, una cifra che supera le 9.000, tenendo conto dell’ultima registrazione.Dal suo canale Telegram, e citato da Cubadebate, l'eurodeputato ha precisato che solo due di questo nuovo gruppo sono sotto la gestione statale.Buona parte delle attività sono legate ai servizi gastronomici, al trasporto passeggeri e alla produzione di materiali edili, come ormai consuetudine nelle ultime autorizzazioni.Nel nuovo listino anche alcuni dedicati alla raccolta dei rifiuti non pericolosi, alla programmazione informatica e alla produzione di apparecchiature per la generazione, distribuzione e controllo dell'energia elettrica.Questa nuova forma di gestione economica, vietata nell’isola dal 1968 dopo la cosiddetta “offensiva rivoluzionaria”, è riapparsa nell’economia cubana nel settembre 2021 come parte delle riforme volte a rivitalizzare l’economia.Possono essere costituiti come statali, privati o misti e sono riconosciuti come un'unità economica dotata di personalità giuridica con caratteristiche proprie. Condividono lo scenario economico con l'azienda statale socialista, le cooperative non agricole e il lavoro autonomo.Secondo i dati ufficiali citati dall'Efe, il settore impiega oltre il 15% dei lavoratori del paese e contribuisce per poco meno del 14% al Pil.Le MPMI hanno introdotto prodotti che scarseggiavano o non esistevano sull'isola, colpita da una grave carenza di beni di prima necessità (cibo, medicinali, carburante), che si aggrava da tre anni.Oltre a ciò, hanno suscitato anche qualche polemica, poiché sono accusati di contribuire all'inflazione o di appartenere, per la maggior parte, a persone legate al governo.Le MPMI hanno accesso limitato a settori come la sanità, le telecomunicazioni, l’energia, la difesa e i media, settori considerati “strategici” dallo Stato. (ICE L'AVANA)


Fonte notizia: ONCUBA