Il governo si sta muovendo verso il suo obiettivo di ridurre i prezzi dei prodotti alimentari. La legge che anticipa la fine delle trattative tra i distributori e i loro fornitori industriali è stata adottata lunedì dalla Commissione Mista. Deputati e senatori hanno concordato lunedì sera le date del 31 gennaio per i contratti con le multinazionali e del 15 gennaio per le PMI (meno di 350 milioni di euro di fatturato consolidato). Le preferenze della Fédération du Commerce et de la Distribution e dell'Association Nationale des Industries Alimentaires sono state seguite dai deputati. Per Olivia Grégoire, Ministro del Commercio francese, il calendario anticipa di un mese l'arrivo delle riduzioni di prezzo sugli scaffali. "Non tutti i prezzi scenderanno", ha spiegato a Les Echos a fine ottobre. Ma tra ottobre 2022 e ottobre 2023, il grano tenero scenderà del 33%, il girasole del 44%, il mais del 40% e la colza del 32%. Inoltre, secondo l'INSEE, tra l'agosto 2022 e lo scorso agosto, i prezzi dei prodotti agricoli sono scesi in media del 7,4%, e il calo ha interessato anche i fattori di produzione come la pasta di carta, che è scesa del 35%. Ci sono tutte le condizioni per un ulteriore calo. Il problema ora è l'entità dei tagli. I produttori si sono presentati al tavolo delle trattative con richieste di aumenti medi dell'8%, secondo il responsabile di una catena di supermercati. Da questo punto di partenza, i negoziatori finiscono in genere per ottenere piccoli aumenti, tra il 2% e il 3%. Thierry Cotillard, responsabile di Intermarché , ritiene che sia possibile ottenere sconti della stessa entità. L'ADEPALE, invece, afferma che "data l'attuale situazione economica, non c'è motivo di credere che l'andamento dei negoziati porterà a una riduzione dei prezzi". Il gigante Mondelez, ad esempio, ha avvertito martedì che i suoi prezzi aumenteranno in tutto il mondo il prossimo anno per riflettere l'aumento del prezzo del cocco e dello zucchero. (ICE PARIGI)

Fonte notizia: CD/LES ECHOS 16/11/23