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12 Gennaio 2024

Israele

IL GOVERNO ANNUNCIA UN PACCHETTO DI SOSTEGNO PER IL SETTORE HIGH-TECH ISRAELIANO

L’industria high-tech ha sofferto molto nell’ultimo anno a causa del conflitto, della proposta di riforma giudiziaria presentata dal Governo e, soprattutto, della situazione globale del settore. Nell’ambito della proposta di bilancio 2024, il Ministero delle Finanze israeliano sta cercando di offrire due nuove misure di assistenza per il settore: la prima, proposta nel 2024 dall’Autorità israeliana per l’innovazione, prevede la creazione di un fondo per le startup da mezzo miliardo di shekel (125 mln di euro, ndr). Questo è destinato agli investimenti in start-up in fase iniziale incentrate sulla c.d. "deep tech", ovvero iniziative basate su sviluppi scientifici rivoluzionari, con ampia influenza, piuttosto che su aree di investimento popolari come la sicurezza informatica e il software. Secondo il piano, il Governo investirà fino al 60% del finanziamento fino a 1 milione di NIS (266.600 dollari) per le società pre-seed; fino al 50%, con una sovvenzione aggiuntiva di 5 milioni di shekel (1,3 milioni di dollari) per le società seed e fino a 15 milioni di NIS (3,9 milioni di dollari) in un round fino a 50 milioni di NIS (13 milioni di dollari) per round di Serie A. Se le aziende includono imprenditrici donne, haredi, arabe o provenienti dalla periferia, la sovvenzione aumenterà del 10%. Il secondo percorso proposto aumenta la presenza di investitori istituzionali israeliani nel finanziamento delle startup. Attualmente, la maggior parte dei finanziamenti per il settore proviene dall’estero, tanto che gli investimenti esteri in Israele hanno rappresentato il 75-80% degli investimenti totali nel biennio 2021-2022. Se da un lato ciò evidenzia l’attrattiva della tecnologia israeliana, dall’altro espone il settore a rischi e fluttuazioni durante periodi di instabilità politica o di sicurezza. L’Autorità per l’Innovazione e il Ministero delle Finanze ritengono che l’elevata dipendenza del settore tecnologico dagli investitori stranieri porti a un rallentamento dello sviluppo, sottolineando come gli studi dimostrino che i piccoli mercati, lontani dai loro investitori, impiegano più tempo per riprendersi dopo situazioni di shock. Allo stesso tempo, si rileva che gli organi istituzionali israeliani investono relativamente poco nel capitale di rischio locale rispetto ai loro omologhi americani: solo lo 0,6% degli asset, rispetto al 2,4% degli Stati Uniti. Inoltre, solo la metà dei fondi impiegati dagli investitori istituzionali israeliani, viene investito localmente, rispetto al 62% negli Stati Uniti. Gli investitori istituzionali asiatici investono l’80% del loro capitale di rischio in fondi locali.  (ICE TEL AVIV)


Fonte notizia: Calcalist