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25 Gennaio 2024

Argentina

ARGENTINA: L'INFLAZIONE PIÙ ALTA A LIVELLO MONDIALE

Dicembre è stato caratterizzato dalla fine degli accordi, dei controlli e del blocco dei prezzi, che hanno portato a chiudere il mese con un'inflazione media del 25,5%, e un aumento dei prezzi su base annua del 211,4%. La cifra era la più alta in America Latina, anche rispetto al Venezuela, e ci si aspettava che altre misurazioni individuassero come si sarebbe posizionato il paese a livello mondiale. Ieri, infine, è stato confermato che il Libano, che a novembre aveva raggiunto un'inflazione interannuale del 212%, ha chiuso l'anno al di sotto delle previsioni, registrando una decelerazione che ha infine raggiunto il 192% annuo. In questo modo l'indice dei prezzi al consumo in Argentina ha superato un'altra soglia e, secondo l'agenzia Bloomberg, l'anno scorso si è classificato come il più alto del mondo.Un altro paese che ha sorpreso mostrando un calo dell’inflazione è stato lo Zimbabwe, che aveva segnato il secondo indice più alto nel 2022, e che nel 2023 è sceso al 26,5% annuo, dopo che è stata modificata la metodologia di analisi dell’entità statistica, che è passata a contemplare anche l'utilizzo diffuso del dollaro, che ha rappresentato l’80% delle transazioni effettuate nel Paese africano.Anche la Turchia ha registrato aumenti significativi dei prezzi e ha raggiunto un tasso di inflazione del 64,8% in 12 mesi, anche se questo andamento l'ha posizionata ben al di sotto dei dati dell'Istituto nazionale di statistica e censimento (Indec). Con questi numeri, l’Argentina si è classificata anche come l’unico paese al mondo che ha superato il 200% di inflazione, il che significa anche la variazione più significativa dal 1990, un anno caratterizzato da un’iperinflazione che era stata preceduta da un'altra nel 1989. La situazione si inserisce in un contesto in cui il nuovo governo di Javier Milei propone di “rendere onesti” i prezzi dell’economia ereditati dal kirchnerismo attraverso una svalutazione del tasso di cambio ufficiale del 54% promossa dal ministro dell’Economia, Luis Caputo, che ha generato un inevitabile impatto sui prezzi. Nel confronto regionale, escludendo i risultati di Argentina e Venezuela, nessun paese dell’America Latina ha mostrato numeri superiori al 10% annuo. Il Brasile, infatti, ha chiuso il 2023 con un’inflazione al 4,62% e il Messico al 4,66%, mentre l’indicatore più alto è stato osservato in Colombia, che ha chiuso l’anno con un aumento del 9,23% annuo e solo dello 0,45% mensile a dicembre. All'estremo opposto si trova l'Uruguay, che a dicembre ha registrato una deflazione dello 0,11% e un aumento annuale del 5,11%. Un risultato simile si è potuto osservare in Cile, che ha avuto anch'esso una variazione mensile negativa dello 0,5%, accumulando così il 3,9% su base annua. Sebbene la classifica sia scoraggiante, le previsioni per il resto dell'anno stimano un'inflazione più bassa per gennaio, che sarebbe intorno al 20% a causa del rallentamento dei prezzi registrato dopo le aspettative e gli aumenti di dicembre. Questa tendenza potrebbe essere mantenuta durante il primo trimestre dell'anno, anche se resta da vedere quale impatto avranno gli adeguamenti delle tariffe, dei trasporti e delle assicurazioni sanitarie, che influenzerebbero l'andamento del mese. (ICE BUENOS AIRES)


Fonte notizia: Giornale LA NACION 24/01/2024