Sebbene le prime settimane di febbraio abbiano segnato un'accelerazione dei prezzi dei prodotti alimentari, verso la fine del mese si è potuto osservare un rallentamento del segmento, anche se a livelli ancora elevati. Questo avrebbe un impatto sul record complessivo dell'inflazione a febbraio, ma bisognerà attendere i dati ufficiali dell'INDEC - Istituto Nazionale delle Statistiche - che saranno pubblicati il 12 marzo. Tuttavia, le stime dei consulenti privati collocano l'indice dei prezzi al consumo più vicino al 15% rispetto al 10% previsto dal governo, secondo le indagini preliminari.I dati del rapporto sulla terza settimana del mese pubblicato da LCG, ad esempio, hanno mostrato un rallentamento e una chiusura del 2,7% nel settore degli alimenti e delle bevande. Questo dà un'inflazione media mensile dell'11,2% per il segmento nelle ultime quattro settimane, e dell'11,4% da picco a picco nello stesso periodo. Il dato cumulativo di questo mese è del 10,3%. Le bevande, la carne e i prodotti lattiero-caseari rappresentano i due terzi dell'aumento del periodo."Il cibo ha accelerato nelle prime settimane del mese, e anche se nella terza settimana abbiamo un aumento percentuale settimanale più basso rispetto alle settimane precedenti, non dobbiamo perdere di vista il fatto che è ancora alto", ha detto Florencia Iragui, economista di LCG. L'analista ha spiegato che la possibile chiusura intorno all'11,5%, valore stimato in base ai movimenti registrati a febbraio, contribuirebbe per 3,5 punti percentuali all'inflazione complessiva."Se si aggiungono gli aumenti delle voci regolamentate, con gli autobus come principale aumento dell'AMBA, riteniamo che la variazione dell'IPC potrebbe aggirarsi intorno al 17%", ha detto, aggiungendo che l'aumento dei carburanti potrebbe avere un impatto su voci come i generi alimentari, e quindi influenzare i risultati finali del mese.Secondo Claudio Caprarulo, economista della società di consulenza Analytica, il rallentamento dei prodotti alimentari persiste, ma l'inflazione complessiva dovrebbe comunque essere vicina al 16%. "Per raggiungere questa percentuale stimata, la decelerazione deve essere sostenuta. Mancano pochi giorni alla fine del mese, quindi non dovrebbe variare molto", ha detto, e ha chiarito che, dato che i campioni su cui le società di consulenza basano le loro stime differiscono da quelli dell'Indec, si possono sempre osservare variazioni nei numeri, ma che questi dati privati stabiliscono la tendenza.Anche l'analisi di Econviews ha rilevato il rallentamento della categoria, anche se con aumenti maggiori nei fruttivendoli, che hanno avuto un incremento del 14%, nei prodotti caseari e nelle bevande. "Supponendo che questa tendenza continui, l'inflazione di febbraio rimarrebbe intorno al 15% mensile" hanno sottolineato. (ICE BUENOS AIRES)

Fonte notizia: ECONVIEWS 27/02/2024