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6 Marzo 2024

Israele

LA VALUTA ISRAELIANA SI RAFFORZA NONOSTANTE IL DOWNGRADE, il conflitto e l'incremento del deficit di bilancio

Moody’s ha declassato il rating del credito sovrano di Israele, il deficit fiscale sta aumentando e un’enorme incertezza circonda gli eventi nella Striscia di Gaza e sul fronte settentrionale di Israele. Nessuno di questi fattori ha impedito allo shekel di rafforzarsi fino a raggiungere il picco nel tasso di cambio rispetto al dollaro USA degli ultimi nove mesi. Il tasso di cambio rappresentativo è stato fissato venerdì scorso a 3,565 NIS/$, un livello che non si vedeva da giugno dello scorso anno. Solo la scorsa settimana, lo shekel si è rafforzato del 2%.Secondo gli esperti, ci sono varie spiegazioni per la forza della valuta israeliana: alcune di esse sono puramente economiche, altre si basano su previsioni geopolitiche che generano un sentiment positivo. In ogni caso, il rafforzamento dello shekel è una buona notizia per i consumatori israeliani e per la Banca d’Israele, poiché aiuta a mantenere il tasso di inflazione annuale entro l’intervallo target dell’1-3%. I fattori a lungo termine sembrano favorire uno shekel forte: uno di questi è rappresentato dalla bilancia dei pagamenti positiva. Secondo l’Ufficio Centrale di Statistica, il surplus delle partite correnti nel terzo trimestre del 2023 (prima dell'avvio del conflitto) era di 5,8 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 4,5 miliardi di dollari del trimestre precedente. Un altro fattore importante è rappresentato dall'attività delle istituzioni finanziarie: diversi gestori di fondi di investimento vedono il mercato dei capitali israeliano caratterizzato da prezzi interessanti rispetto ad altri mercati mondiali e, pertanto, stanno aumentando la propria esposizione nel mercato locale.Occorre, poi considerare che dall’inizio dell'anno in corso, Wall Street ha continuato ad avere un andamento molto positivo: l’indice Nasdaq è cresciuto del 10% e l’S&P 500 è cresciuto dell’8%. In una situazione del genere, con il valore degli asset in dollari in aumento, le istituzioni locali vendono dollari per ristabilire l’equilibrio tra dollari e shekel nei propri portafogli.  Due fattori invece che a prima vista dovrebbero pesare sullo shekel sono l’ampio deficit fiscale previsto quest’anno – 6,6% del Pil – e la decisione di Moody’s di declassare il rating sovrano di Israele ad A2. Entrambi questi fattori, tuttavia, sono gia' scontati nel tasso di cambio attuale. Le obbligazioni israeliane sono negoziate sui mercati mondiali ai livelli dei Paesi con rating BBB+. Per quanto riguarda il deficit, finché viene visto come temporaneo, gli investitori non se ne preoccupano. Anche la posizione della Banca d'Israele tende a rafforzare lo shekel: all’avvio del conflitto, quando lo shekel si e' deprezzato drasticamente, la Banca di Israele ha immediatamente condiviso la propria determinazione a rafforzare la valuta attraverso un programma di sostegno da 30 miliardi di dollari, di cui in pratica sono stati utilizzati solo 8,5 miliardi di dollari, ma il fatto stesso che il mercato sia consapevole della presenza vigile della Banca di Israele pronta a intervenire contribuisce all’apprezzamento dello shekel. Allo stesso tempo, il fatto che la Banca Centrale abbia mantenuto invariato il tasso di interesse, ha contribuito a rafforzare lo shekel. (ICE TEL AVIV)


Fonte notizia: Globes