Si riuniranno nei prossimi giorni i 27 Stati Membri in sede di Consiglio per decidere se estendere il mandato formale della Banca Europea degli Investimenti ed accordare alla BEI la possibilità di implementare gli investimenti diretti nella difesa.Questa la volontà espressa lo scorso lunedì da 14 Stati Membri – tra cui l’Italia – firmatari di una lettera che invita la BEI ad esplorare nuove alternative d’investimento e andando oltre il mandato di “duplice uso”, per il quale gli investimenti devono avere un’applicazione civile e militare.Diverse sono le piste possibili per un’eventuale estensione del mandato della Banca Europea. La prima sarebbe di restare nel perimetro dell’obbligo del duplice uso, propendendo per un maggiore investimento nel settore militare. Questa soluzione, oltre ad essere la più conservatrice, sarebbe anche la più facile perché non comporterebbe una modifica dello Statuto. La seconda, invece, consisterebbe in un allargamento formale del mandato ai beni militari difensivi, includendo nella missione della BEI anche settori quali la sicurezza informativa, i radar, la tecnologia satellitare.L’ampliamento degli investimenti destinati alla difesa però, altererebbe il rapporto di indebitamento, ovvero la leva massima che la Banca può assumere per mantenere un rapporto stabile tra leva e capitale, il che è avvenuto solo dopo la crisi finanziaria del 2008.In ogni caso, il passaggio potenziale ad un massiccio investimento nell’ambito della difesa potrebbe influenzare negativamente il rating ESG della BEI, compromettendo la sua capacità di contrarre prestiti sui mercati a costi molti bassi in quanto banca di sviluppo senza scopo di lucro. (ICE BRUXELLES)

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