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8 Aprile 2024

Israele

IL SETTORE TECNOLOGICO ISRAELIANO RIMANE FORTE NONOSTANTE IL CONFLITTO

Secondo i nuovi dati di Startup Nation Central, il settore tecnologico israeliano e' rimasto forte nonostante il conflitto. Nei quasi sei mesi trascorsi dall’inizio della guerra, il 7 ottobre, le startup israeliane hanno raccolto 3,1 miliardi di dollari in 220 round di finanziamento privato. Il più grande round di finanziamento completato dall’inizio del conflitto è stato quello della società fintech Next Insurance, che ha ricevuto investimenti per oltre 250 milioni di dollari ciascuno da due distinti fondi di investimento. I dati mostrano, inoltre, che l’importo complessivo delle fusioni e acquisizioni nel settore tecnologico israeliano dall’inizio della guerra ammonta a 3,7 miliardi di dollari. Tra le società acquisite per importi rilevanti figurano Talon Security, acquisita da Palo Alto Networks per 625 milioni di dollari, Dig Security, anch'essa acquisita da Palo Alto per 350 milioni di dollari, Avalor acquisita da Zscaler per 350 milioni di dollari e Gem Security acquisita dalla società israeliana Wiz per 350 milioni di dollari. Altre due società di sicurezza informatica, Flow Security e Spera Security, sono state acquisite rispettivamente per 200 e 130 milioni di dollari. Nel settore sanitario ci sono state anche importanti acquisizioni con CartiHeal, che produce impianti di corallo per supportare la cartilagine umana danneggiata, acquisita per 330 milioni di dollari. Il rapporto rileva che dal 7 ottobre sono stati varati ben 20 nuovi fondi di venture capital israeliani che hanno raccolto complessivamente 2 miliardi di dollari. Ulteriori 11 fondi sono stati istituiti per rispondere ai bisogni urgenti delle start-up in difficoltà finanziarie a causa della guerra: tra questi il fondo Iron Nation, il fondo per la resilienza istituito da OurCrowd, Trendlines - Startup Shield SPV e un fondo supportato da Google Support Fund. Questi dati si accompagnano ad un calo significativo della manodopera nel settore, con circa il 15% dei dipendenti arruolati nella riserva dell’esercito e carenze di finanziamento a breve termine causate anch'esse dal conflitto, che hanno colpito principalmente le startup in fase iniziale. I dati per il rapporto sono stati raccolti da Finder Spotlight Research. Il CEO di SNC Avi Hasson ha dichiarato: "Con valutazioni interessanti e un significativo potenziale di crescita, l'ecosistema tecnologico israeliano sta mostrando una resilienza notevole. Prevedo una nuova ondata di innovazione - un 'baby boom' di aziende tecnologiche - che creerà opportunità ancora più dinamiche per il nostro settore dopo questa guerra". (ICE TEL AVIV)


Fonte notizia: Globes